Ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del programma “I Lunatici” è intervenuto Francesco Le Foche, primario di immuno-infettivologia al day hospital del Policlinico Umberto I di Roma. Un’intervista all’insegna dell’ottimismo, rilanciata dall’Huffington Post, in cui il professore ha espresso la sua posizione sulla fase 2 e sullo quello che ci aspetta: «Un ritorno alla vita più o meno normale? Non è da considerarsi così lontano. Dobbiamo attendere le prossime due settimane, se le cose continuano in questo modo entro le prime due settimane di maggio potremo uscire e riorganizzare la nostra società. Se questo virus si comporterà come dovrebbe e come la storia dei coronavirus ci fa pensare potremmo tornare alla nostra vita sociale. Non credo che dovremmo restringere molto la nostra libertà e la nostra autonomia sociale».
Coronavirus, Le Foche: «È destinato a scomparire. Ritorno alla normalità? Non così lontano»
«Solo le vaccinazioni riescono a far scomparire del tutto i virus dalla faccia della terra. Però se questo virus si comporta come la sars è destinato a scomparire. Essendo questo un coronavirus per l’ottanta percento identico a quello della sars dovrebbe aver avuto una fase pandemica che adesso si sta spegnendo. Sono ottimista e il mio ottimismo è basato sulla scienza», ha spiegato il professor Francesco Le Foche, che ha proseguito: «Questo virus, come gli altri coronavirus che abbiamo già conosciuto in passato, tende a spegnersi da solo. È così. (…) Grazie al lockdown questo virus non potendo contagiare le persone che sono chiuse in casa piano piano non ha più la carica di diffondersi e quindi tende ad autospegnersi, a vivere una sorta di morte programmata. Speriamo che questo avvenga rapidamente e sembrerebbe che i primi caldi possano essere d’aiuto».
«Ora c’è un rinascimento della sanità pubblica, si acquisiranno delle valutazioni che avevamo un po’ perso»
Nel corso dell’intervista Le Foche ha ribadito l’importanza della sanificazione delle attività da riaprire e della fiducia nella sanità pubblica stessa, che non dovremmo dimenticare ad emergenza finita. «Questo virus ci ha permesso di rivalutare meglio questo aspetto, ora c’è un rinascimento della sanità pubblica, si acquisiranno di nuovo delle valutazioni che avevamo un po’ perso. Tagli alla sanità e riduzione di personale e fondi hanno indotto a ridurre anche la medicina del territorio. Ora lo sappiamo. Riorganizzeremo la medicina del territorio, perché questo, lo ripeto, è un virus che non deve arrivare in ospedale», ha concluso il primario. leggi anche l’articolo —> Coronavirus Italia fase 2, chi riapre il 4 maggio: cosa non potremo ancora fare