L’epidemia Coronavirus in alcune zone sta rallentando il contagio, ma dalla Lombardia non arrivano affatto buone notizie. Non si tratta più di un’emergenza sanitaria, ormai siamo quasi vicino alla tragedia. Sono gli stessi medici che stanno combattendo in prima linea a raccontarlo. Momenti difficile ed estenuanti quelli che stiamo vivendo. Sono più di 4.800 i morti in Lombardia e tutti nel giro di un mese o poco più. Si stima che nel mondo un morto ogni cinque di Covid-19 è lombardo.
Coronavirus, Lombardia al collasso
Avevamo avuto qualche giorno di respiro, ma l’emergenza torna dietro l’angolo. Sono circa 1500 i posti in terapia intensiva e 1.300 i ricoverati, quindi meno di 250 posti liberi: se la curva non si ferma, si rischia il collasso. Il lavoro è quotidiano, per reperire nuovi posti. Si stima che oltre l’85% delle vittime in Lombardia siano morte prima di poter accedere alla terapia intensiva. Sono quasi 12mila i lombardi in ospedale per Coronavirus: nove su dieci sono in buone condizioni, oltre l’11% invece in terapia intensiva. Moltissimi lombardi muoiono nelle loro case per mancanza di posti letti, per questo motivo circa una cinquantina di pazienti verrà trasferita in Germania. Non è solo la lontananza dai propri cari a lasciare un po’ perplessi, ma il fatto che in Veneto c’è ancora posto.
I posti liberi in Veneto
In Veneto si stanno facendo tamponi a tappeto e la curva sembra scendere lentamente. A pochi chilometri da Brescia, una delle città più colpite, la situazione è completamente diversa. Ci sono posti e sempre più guariti. Allora la domanda rimane: perché dobbiamo portare i pazienti in Germania e non in Veneto? “Non sono ancora riuscito a farmi spiegare da nessuno, nonostante chieda da giorni – scrive il deputato Alfredo Bazoli – come sia possibile che mentre riceviamo aiuti da mezzo mondo non siamo in grado di sfruttare i letti di terapia intensiva di ospedali a mezz’ora di macchina da Brescia, come a Verona, dove per fortuna l’epidemia non è esplosa come da noi. A Brescia e Bergamo si muore per la saturazione dei posti, in Veneto sono ancora liberi due terzi dei letti di terapia intensiva. E noi dobbiamo mandare i pazienti in Germania, quando a due passi da qui ci sarebbe ambia disponibilità”.