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Coronavirus raccolta frutta e verdura a rischio: l’appello accorato dei sindaci del Cuneese

14/04/2020 15:24 - Aggiornamento 14/04/2020 15:32

Coronavirus, raccolta frutta e verdura a rischio. Anche il settore agroalimentare messo in ginocchio dal Covid-19. I sindaci del Cuneese hanno inviato una richiesta di aiuto al presidente della Regione Piemonte Cirio. A quest’ultimo il compito di far sapere alle ministre dell’Agricoltura Bellanova e del Lavoro Catalfo che c’è penuria di volontari pronti a raccogliere mele, pere, mirtilli, albicocche, susine e lamponi. Prima che sia troppo tardi, rischiano, infatti, di restare sugli alberi tonnellate e tonnellate di frutta causando una carenza nell’approvvigionamento per la grande distribuzione. «Vogliamo reclutare cassintegrati, disoccupati, percettori di reddito di cittadinanza, studenti, pensionati per raccogliere la nostra frutta», recita così l’ennesimo Sos, ora messo nero su bianco con le associazioni di categoria – Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Confcooperative e tante altre – inviato ad Alberto Cirio, governatore del Piemonte.

raccolta frutta

Coronavirus raccolta frutta e verdura a rischio: l’appello accorato dei sindaci del Cuneese

La lettera arriva alla vigilia della Conferenza Stato-Regione, ma soprattutto a poche ore dal 16 aprile 2020, giorno in cui le ministre Teresa Bellanova e Nunzia Catalfo saranno chiamate ad intervenire alle Camere, per rendere noto quale soluzione è stata messa a punto. Un’emergenza economica vera e propria, che rischia di avere delle conseguenze devastanti nei prossimi mesi sulla catena ortofrutticola non solo del Cuneese, ma anche dell’Emilia Romagna e del Sud del paese. La risposta delle ministre dell’Agricoltura e del Lavoro dovrà arrivare in tempi brevi, massimo un mese. A partire da maggio infatti si dà il via alla raccolta della frutta, che a causa del Covid-19 rischia di saltare.

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Nel Sos i sindaci di Costigliole Saluzzo, Lagnasco, Saluzzo, Verzuolo lamentano gli stagionali stranieri che non ci sono. Tre le condizioni, riportate dal quotidiano ‘Repubblica’, che stanno particolarmente a cuore ai primi cittadini del Cuneese: trovare strutture o comunque sostenere le aziende agricole per ospitare la manodopera; avere a disposizione cassintegrati, ma anche studenti, pensionati e beneficiari del reddito di cittadinanza pure “attraverso una radicale semplificazione del voucher agricolo”; l’ultima è quella più articolata: “defiscalizzare i carichi contributivi dei salari per garantire una maggiore equità nella competitività sia a livello nazionale che europeo”.

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«Vogliamo reclutare cassintegrati, disoccupati, percettori di reddito di cittadinanza, studenti, per raccogliere la frutta»

E il ritardo della risposta italiana si fa sentire. Nella lettera al presidente del Piemonte il sindaco di Saluzzo, Mauro Calderoni, ha spiegato punto per punto cosa stanno facendo gli altri paesi europei in tal senso per rispondere all’emergenza Covid-19. Ad esempio la Spagna è intenzionata a stilare un decreto per il reclutamento disoccupati e immigrati. In Germania, invece, si sta pensando di far leva sui richiedenti asilo, ma anche sui camerieri senza lavoro per il Coronavirus. «E in Italia come risolviamo? Non si sa», ha chiesto il primo cittadino di Saluzzo.

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Già in un’intervista a ‘Repubblica’ Calderoni aveva annunciato la mancanza di 9mila raccoglitori: «Con le frontiere chiuse per il coronavirus e le limitazioni di movimento, cosa accadrà? Voglio chiarire subito che l’emergenza sanitaria fa venire i nodi al pettine. Il coronavirus ha fatto emergere tutte le debolezze del sistema di utilizzo dei lavoratori stagionali nell’agricoltura». Nel corso della stessa il sindaco aveva speso qualche parola pure sui decreti-flussi per regolare l’uso della manodopera straniera: «Lo scorso anno sono stati autorizzati appena 18 mila flussi a fronte di un fabbisogno di 370 mila stagionali. I flussi coprono sì e no il 5% del fabbisogno. La situazione è ancora peggiorata per via dei decreti sicurezza», ha concluso Calderoni.

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