Coronavirus Italia riapertura bar e ristoranti. Il nostro paese resterà in lockdown per almeno altre due settimane circa, fino al prossimo 3 maggio 2020. Si potrà uscire soltanto per motivi di stretta necessità, come fare la spesa o andare a lavoro. Restano i divieti di assembramento e permangono le misure di distanziamento sociale adottate finora dal governo per limitare il contagio e l’insorgere di nuovi focolai. Come si legge nell’ultimo DPCM sono interrotte le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), ad esclusione delle mense e del catering continuativo su base contrattuale, che garantiscono la distanza di sicurezza interpersonale di un metro. È consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto.
Coronavirus riapertura bar e ristoranti, quando? Ipotesi e linee guida per il via libera
Ma quando gestori, camerieri e barman potranno tornare a lavoro? Quando si potrà bere una tazza di caffè al bancone? Quando andremo al nostro ristorante preferito? Pronosticare una data esatta non è possibile. Per il via libera alla ripresa di bar, ristoranti e pasticcerie è necessario che il tasso di contagiosità (R0) scenda ancora. Quel che è certo è che però niente sarà più come prima. Saranno razionalizzati, senza dubbio, i flussi della clientela mediante sistemi di prenotazione online, con un’attenta gestione dei menu, tovaglie e tovaglioli igienizzati. Appare chiaro che l’Italia non sposerà il modello coreano dei pannelli di plexiglass per dividere un tavolo da un altro. Tuttavia cosa dobbiamo aspettarci? Ripartire significherà abituare lo staff ad utilizzare dispositivi come mascherine, guanti e prodotti igienizzanti. Non sarà affatto facile, ma i gestori dovranno far leva sul buonsenso: marito e moglie vanno messi a distanza al ristorante? Quanti cm dovranno esserci tra un bicchiere e l’altro? Per compensare la perdita dei coperti all’interno del locale sarà opportuno facilitare lo spazio dei dehors.
Le attività di ristorazione in fondo alla lista
Dopo aver rinunciato agli incassi della Pasqua e Pasquetta, bar e ristoranti dovranno fare a meno anche di quelli della Festa della Liberazione del 25 aprile e quella dei Lavoratori del 1° maggio. Ma quando sarà consentito ripartire? A domandarlo a gran voce sono i proprietari che devono pensare a pagare affitti, imposte e tasse; ma anche gli stessi dipendenti, che hanno necessità di liquidità per tirare avanti. Tutto dipende dall’indice R0, vale a dire il valore “erre con zero”, che sta ad indicare il tasso di contagiosità di un virus. Al momento l’indice R0 è vicino all’1, affinché però si possa autorizzare l’apertura di bar e ristoranti, sé necessario che esso scenda ancora. Più o meno potrebbe bastare un valore pari a 0,5. Solo quando ogni due persone affette da COVID-19 ci sarà un solo nuovo contagiato si potrà pensare allo sblocco delle attività che hanno a che fare con la ristorazione. Gli esperti parlano di metà di maggio, ma non è da escludere che l’ok per bar e ristoranti possa arrivare solo ai primi di giugno. Insomma ci sarà da soffrire ancora, sono in fondo alla lista.