Coronavirus riapertura. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ostenta sicurezza e dispensa rassicurazioni agli italiani. La “gente” è stanca di stare in casa ma soprattutto è preoccupata. Per le difficoltà economiche ma anche per i rischi di una riapertura frettolosa, ad epidemia non debellata. Da tutti arriva una richiesta: riaprire in sicurezza. E il premier conferma questa mattina l’accordo con le regioni per una riapertura graduale ed omogenea. Cerchiamo di capire meglio che cosa intende Conte.
Coronavirus riapertura, Conte: “Linee guida omogenee per la ripartenza”
Nella tarda serata di ieri, sabato 18 aprile 2020, si concludeva la riunione della “cabina di regia” governo-regioni-enti locali. Serviva per aggiornare i passi avanti del governo sulla riapertura. L’esecutivo, di concerto con il comitato tecnico-scientifico guidato dall’Istituto superiore di Sanità e con la task-force guidata da Vittorio Colao sta predisponendo il piano per il dopo “lockdown”.
“Gli effetti positivi di contenimento del virus e di mitigazione del contagio si iniziano a misurare – ha precisato Conte in un post su Facebook – ma non sono ancora tali da consentire il venir meno degli obblighi attuali e l’abbassamento della soglia di attenzione. Nel frattempo continua incessantemente il lavoro del Governo a un programma nazionale che possa consentire una ripresa di buona parte delle attività produttive in condizioni di massima sicurezza, che tenga sempre sotto controllo la curva epidemiologica e la capacità di reazione delle nostre strutture ospedaliere”.
“Anche i rappresentanti dei governi locali – ha aggiunto Conte – hanno espresso adesione al disegno dell’Esecutivo di adottare un piano nazionale contenente linee guida omogenee per tutte le Regioni, in modo da procedere, ragionevolmente il 4 maggio, a una ripresa delle attività produttive attualmente sospese, secondo un programma ben articolato, che contemperi la tutela della salute e le esigenze della produzione. Un piano così strutturato dovrebbe garantirci condizioni di massima sicurezza nei luoghi di lavoro e sui mezzi di trasporto”.
In vista della riapertura Conte ha ricordato che continua inoltre il confronto con le parti sociali per garantire la massima sicurezza sui luoghi di lavoro e lo sforzo, ance tecnologico, per avere strumenti di controllo e prevenzione dei contagi da Sars-CoV-2 “Dovremo proseguire – ha scritto il premier – nel confronto con tutte le parti sociali e le associazioni di categoria per ribadire la comune volontà di rafforzare il protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro, già approvato lo scorso mese di marzo, e di continuare sulla strada del potenziamento dello smart working”.
“Sul fronte delle misure di tutela della salute, il Governo continua a lavorare per implementare i Covid hospital, l’assistenza territoriale e usare al meglio le applicazioni tecnologiche e i test per riuscire a rendere sempre più efficiente la strategia di prevenzione e di controllo del contagio”.
E sull’Europa Conte dice: «Io non mollo»
Da registrare questa mattina anche una lunga intervista concessa da Giuseppe Conte al quotidiano Il Giornale, in cui i premier ha ribadito il suo forte impegno personale e quello della maggioranza di governo sul fronte europeo, per ottenere il sostegno finanziario per uscire dalla crisi.
“Il governo e la maggioranza che lo sostiene – si legge nell’intervista – sono compatti nel chiedere all’Europa di liberare la sua forza economica come fanno Cina e Stati Uniti, di mettere sul tavolo meccanismi nuovi per una condivisione e una risposta comune all’emergenza economica in atto. Non abbiamo da affrontare un semplice compitino di “matematica” o una questione meramente contabile”.
“Dobbiamo confrontarci con una vera e propria prova di maturità per la nostra Unione. Bisogna dare tutto. Quello sul Mes è un dibattito che rimane al momento molto astratto. È un meccanismo che rimane affidato a un accordo intergovernativo che, all’origine, prevede finanziamenti con condizionalità molto severe anche di ordine macro-economico. Nasce per rimediare a crisi e tensioni finanziarie di singoli Paesi. È la ragione per cui l’ho giudicato inadeguato e insufficiente ad affrontare questa sfida epocale. Dal confronto europeo può però venire fuori qualcosa di molto diverso dal Mes attuale ed è anche questa la ragione per cui appoggiamo la battaglia di altri Paesi che, come la Spagna, hanno chiesto da subito di cambiarlo e di volerlo utilizzare. Valuteremo i dettagli di questa nuova linea di finanziamento al momento opportuno e sceglieremo la strada migliore per i nostri interessi nazionali, con una discussione trasparente in Parlamento”. >> Tutte le notizie di politica italiana