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Corrispettivi telematici: diverse modalità di invio ad Agenzia delle Entrate

24/08/2020 12:10

Tra le novità che il Fisco e l’Esecutivo hanno introdotto nel 2019, troviamo anche i corrispettivi telematici. Assieme alla fatturazione elettronica, costituiscono la chiave di volta per contrastare la crescente evasione fiscale che si registra ogni anno in Italia. Per adempiere ai propri obblighi fiscali sono stati messe a punto diverse modalità, più o meno intuitive. Oggi inviare lo scontrino elettronico senza registratore fiscale telematico è possibile, bastano pochi click e non sono necessarie conoscenze specifiche della materia.

Scontrino elettronico: funzione e caratteristiche

I corrispettivi telematici hanno sostituito del tutto (o quasi) il vecchio scontrino cartaceo, ma la loro compilazione rimane la stessa. In pratica devono riportare tutti i dati che erano presenti anche sul predecessore cartaceo:

  1. Denominazione o ragione sociale dell’emittente
  2. Partita Iva
  3. Dati contabili
  4. Corrispettivi parziali
  5. Sconti e rettifiche eventuali
  6. Subtotali
  7. Totale dovuto – con indicazione precisa di “totale” ad indicarla
  8. Data ed ora di emissione
  9. Numero progressivo
  10. Numero di matricola dell’apparecchio
  11. Logotipo fiscale

Invariata anche la modalità di emissione. Vale a dire che lo scontrino elettronico deve essere emesso al momento del pagamento della transazione.

Modalità di invio dei corrispettivi telematici: Portale AdE “Fatture e Corrispettivi”

Il primo metodo messo a disposizione dei contribuenti per inviare i corrispettivi telematici è quello eseguibile attraverso il portale di Agenzia: “Fatture e Corrispettivi”. L’utente deve registrarsi, gratuitamente, sul sito. Accedere con le proprie credenziali identificative personali (SPID) e seguire le varie indicazioni messe a disposizione per la comunicazione. Non si tratta di un metodo particolarmente veloce o intuitivo. Registra la disapprovazione soprattutto da parte di tutti quegli utenti che non vantano una certa dimestichezza in campo tecnologico.

Inviare i corrispettivi telematici con i registratori di cassa

Questa seconda modalità di invio prevede l’acquisto da parte degli esercenti, di almeno un registratore di cassa telematico. Spesa non da poco, visto che questi strumenti sono particolarmente delicati ed onerosi. Richiedono una manutenzione tecnica costante, che purtroppo non sempre è disponibile, oppure, quando lo è, non esattamente all’altezza delle aspettative. Inoltre è obbligatorio avere una connessione internet fissa e costante che non lasci mai “scoperta” la copertura, pena, l’impossibilità di adempiere ai propri obblighi fiscali.

Inviare i corrispettivi telematici senza i registratori di cassa

Terza ed ultima opzione per inviare al Fisco i corrispettivi telematici. Si tratta di un sistema innovativo, molto all’avanguardia e nonostante questo semplice e alla portata di tutti. Un chiaro esempio di come la tecnologia, una volta ogni tanto, possa veramente essere al servizio di tutti per un bene comune. In pratica esiste una piattaforma in grado di rimanere costantemente collegata con Agenzia, che permette una comunicazione istantanea dei corrispettivi telematici. Una volta compilato lo scontrino elettronico, la richiesta è inviata ad Agenzia delle Entrate. Questa risponde immediatamente inviando al mittente un documento pdf e il numero progressivo identificativo (ed univoco) della transazione eseguita. Il documento pdf può essere girato al cliente semplicemente tramite mail o chat (Telegram o Whatsapp), mentre il numero è stampabile con l’ausilio di piccole e comode stampanti bluetooth. In questo modo è come se fosse Agenzia delle Entrate stessa ad adempiere agli obblighi fiscali per conto dell’esercente. Sollevato dai propri obblighi con qualche semplice click.

I vantaggi dello scontrino elettronico

L’adozione dello scontrino elettronico in Italia porterà (si spera) il vantaggio di contrastare efficacemente l’evasione fiscale, ma non solo. I corrispettivi telematici sono vantaggiosi per gli esercenti, quanto per gli acquirenti. La conservazione digitale di una prova d’acquisto infatti è sinonimo di garanzia recuperabile in qualunque momento nel tempo e per diversi fini (conservazione degli scontrini ai fini della detrazione fiscale, o per la dichiarazione dei redditi, note spese, ecc…).