Da un’indagine di Eurostudent è emerso come gli universitari italiani trascorrano maggior tempo sullo studio rispetto alla media europea. Nell’indagine ripresa anche dal Corriere della Sera è emerso che, grazie ad una media settimanale di 44 ore dedicate allo studio, i laureandi in medicina e in lauree tecnico-scientifiche siano i più studiosi in Europa. Il dato riguarda le università in generale, quindi, corsi di laurea presso università tradizionali e corsi di laurea anche online riconosciuti dal MIUR.
Nel ritratto dell’Indagine Eurostudent viene disegnato un Paese di giovani dediti allo studio anche nel caso delle lauree umanistiche per le quali, tuttavia, la media di ore di studio si abbassa, ma aumenta quella del tempo dedicato a lavori extra per mantenersi durante gli studi.
L’età media di laurea oggi e un decennio fa
Un altro dato interessante è quello che riguarda l’età media di laurea che, in Italia, si attesta sui 25 anni. Gli studenti italiani, quindi, sono stati ingiustamente definiti “bamboccioni” proprio perché, a conti fatti, sono i più studiosi in Europa con una media di ore dedicate allo studio che supera del 30% le altre potenze europee.
Nello specifico, l’indagine spiega come i laureati in triennale abbiano un’età media di 23,9 anni, mentre per le specialistiche l’età sale a 25,1. Il 10% dei laureati è anche studente-lavoratore e ottiene il diploma a circa 30,5 anni.
Se poniamo questo dato a confronto con i risultati delle indagini di Almalaurea, che hanno interessato 192 mila studenti laureati nel 2010, emerge come un decennio fa l’età media di laurea del vecchio ordinamento fosse di 28 anni e quella triennale fosse circa poco meno di 26 anni.
Le priorità degli studenti italiani attuali
A distanza di un decennio, quindi, i tempi di studio e di conseguimento della laurea si accorciano, mentre salgono le preoccupazioni degli studenti per gli sbocchi professionali e per le reali possibilità di accedere a stipendi dignitosi. C’è da considerare che quelli presi in considerazione sono dati generici aggregati con finalità statistiche che, per l’appunto, non tengono conto di casi particolari, ma solo del risultato medio.
Per questo bisogna tenere a mente che nelle oltre cinquanta classi di laurea ci sono percorsi che richiedono l’obbligo di frequenza e particolari impegni, come nel caso delle discipline mediche. Per contro, ci sono altre classi di laurea a frequenza libera che, invece, permettono agli studenti di lavorare per ripagare gli studi e sostenere le proprie famiglie in questo importante investimento.
Un sistema universitario d’eccellenza
In generale, tuttavia, i dati analizzati ci mostrano come, a livello europeo, il nostro sistema universitario resti uno dei più rigidi dal punto di vista della qualità della formazione.
Ad oggi il tempo di conseguimento della laurea certamente conta, ma bisogna considerare che il MIUR lavora anno dopo anno al fianco delle università per offrire agli studenti strumenti di supporto come bandi, concorsi, borse di studio, alloggi, esperienze all’estero, convenzioni con aziende e così via.
Insomma, se poniamo a confronto il nostro sistema universitario con lo scenario europeo, vista l’età media dei laureati, possiamo dire che ci troviamo dinanzi a uno dei migliori in cui perseguire la laurea.