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Per la maggioranza la nuova “scatoletta di tonno” da aprire è Forza Italia

21/01/2021 13:34

L’ombra della crisi di governo non si è ancora dissolta. I numeri ci sono, ma non sono sufficienti a formare una maggioranza assoluta e proprio per questo il presidente del Consiglio Conte si è recato al Colle per un colloquio con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E’ durato circa quaranta minuti, ed è stato più che altro informativo. La necessità ora è di trovare una decina di senatori disposti ad appoggiare l’esecutivo, e serviranno almeno quattro o cinque giorni per farlo. Per questo sembra che Palazzo Chigi ora sia pronto ad aprire le porte a Forza Italia.

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Mattarella mes conte

Crisi di governo, l’incontro tra Mattarella e Conte

Mattarella vuole evitare di lasciar trapelare qualsiasi minima impressione sulla sua opinione. Parla dal punto di vista costituzionale, e incoraggia una definizione della crisi di governo. Pretende tempi brevi, perché sa che cosa comporterebbe trascinare questa situazione per giorni e giorni. In ogni caso, non si è tirato indietro dall’ascoltare Conte, il quale avrà spiegato come intende mettere insieme una maggioranza in grado di sostenere un governo già piuttosto indebolito. Di fatto, le tempistiche sono essenziali anche per Conte, che vorrebbe chiudere questa pagina il prima possibile e per lo stesso motivo ha sottolineato di non aver mai interrotto le trattative.

La dead line quindi ora è fissata a massimo cinque giorni. Lunedì il Premier vorrebbe avere un quadro generale ben definito, anche perchè nelle ore successive alcuni appuntamenti alle Camere, altrimenti, potrebbero dargli il colpo di grazia. Mercoledì, infatti, molto probabilmente si voterà la relazione annuale del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e Italia Viva ha già dichiarato che voterà contro. Anche se ancora non ne conosce i contenuti. 

crisi governo conte

Porte aperte a Forza Italia

E questo significa, come sottolinea Ilario Lombardo su La Stampa, che se si ripeteranno gli stessi numeri ottenuti durante la fiducia, il governo andrebbe sotto. Motivo per cui Conte non dovrà perdere tempo: l’ideale sarebbe arrivare a fine gennaio con una squadra di governo ben definita e riuscire così a dare il via a un nuovo inizio. La soluzione, come ormai si sospettava da settimane, rimane solo quella del rimpasto. Un rimpasto che potrebbe essere molto consistente, pare. Anche perchè l’alternativa, altrimenti, sarebbe un Conte Ter, ma di sicuro senza Renzi. Proprio ieri, infatti, il Premier Conte ha ribadito alla maggioranza che non c’è margine per ricucire i rapporti con Italia Viva. D’altronde, se si è arrivati a questo punto, è solo per loro.

Ma quindi, su chi ricadrebbero i famosi responsabili? L’opzione più papabile sono i senatori di Forza Italia. Sebbene molti voti promessi si siano letteralmente volatilizzati dentro a Palazzo Madama, alcuni hanno mantenuto la parola data. E altri potrebbero fare un cambio di marcia. Tra coloro che hanno avuto il coraggio di andare contro corrente ci sono già Andrea Cousin e Mariarosaria Rossi. Il primo, tra l’altro, sostiene che ci fossero almeno altri dieci senatori disposti a fare lo stesso. La seconda, invece, è stata una sorpresa, anche se in realtà era nota la sua sofferenza verso le derive sovraniste del centrodestra. Martedì, dopo la votazione, Rossi si è incontrata con Conte, e si è messa a disposizione non solo per sostenere la maggioranza, ma anche per convincere i colleghi di FI ancora dubbiosi.

Inoltre, pare che un aiuto importante possa arrivare direttamente dalla Puglia, Regione di Conte. Si attendono, infatti, Luigi Vitali, fedelissimo di Berlusconi, e Maria Tiraboschi. Dal fronte Udc, invece, l’unica conferma arriva da Paola Binetti. >> Tutte le notizie di UrbanPost