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Quando la storia si ripete, oggi come il 1973: le conseguenze della guerra e la crisi energetica

11/03/2022 13:21 - Aggiornamento 12/03/2022 21:29

Giorno dopo giorno la storia sembra volerci ricordare a gran voce che gli eventi tendono a ripetersi. Che è ciclica. Le pandemie, le guerre, le crisi energetiche. Ciò che stiamo vivendo ora, i nostri genitori, i nostri nonni, i nostri bisnonni lo hanno già visto. Saprebbero descriverne ancora ogni dettaglio, perché certi avvenimenti rimangono impressi nella memoria e non ti possono più abbandonare. Le condizioni oggi sicuramente sono diverse, è differente la tecnologia, ma più o meno la situazione è la medesima. Perché nonostante l’evoluzione, gli uomini sono gli stessi. E dalla storia non imparano mai. Così, proprio come nel 1973, probabilmente presto saremo costretti a ritirare fuori le biciclette. A tenere i riscaldamenti bassi. Ad affrontare una nuova crisi energetica. A rivivere il passato.

Crisi energetica, quando la storia si ripete

Era il 1973 quando l’Italia si vide costretta a fare un passo indietro. Quando molti governi, compreso il nostro, dovettero emanare disposizioni volte al drastico contenimento del consumo energetico a causa della crisi petrolifera. Il periodo di austerity durò fino al 2 giugno 1974. Meno di un anno, ma cambiò completamente le abitudini degli italiani. Alcune di queste, inconsapevolmente, le portiamo avanti ancora oggi. E probabilmente molte torneranno prepotenti a far parte del nostro quotidiano. Tra il 2 dicembre del 1973 e il 2 giugno del 1974, infatti, i cittadini furono obbligati a ridimensionare il proprio modo di vivere, e gli anni di boom economico alla quale si stavano abituando.

Ogni cosa venne anticipata. I locali come cinema, teatri e sale da ballo erano obbligati a spegnere le luci alle 23. I bar e i ristoranti dovevano chiudere a mezzanotte. Anche l’ultimo giorno dell’anno. Alle città venne imposto di ridurre l’illuminazione pubblica del 40%, accendendo un solo lampione ogni due di notte. I distributori di benzina, dalle 12 del sabato e per tutta la domenica, non avevano il permesso di erogare carburante. Gli uffici pubblici anticiparono la chiusura alle 17:30, i negozi dovevano abbassare le serrande alle 19. Nessuna scelta: bisognava affrontare la crisi energetica causata dall’aumento spropositato del prezzo del petrolio. Proprio come oggi siamo costretti a fare i conti con il rincaro del gas e del carburante.

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Dalla crisi petrolifera all’austerity

Come si arrivò a tanto? Il boom economico, l’aumento del fabbisogno energetico, la guerra dello Yom Kippur, la crescita del prezzo del petrolio da parte dell’Opec verso gli stati che appoggiavano Israele. L’embargo. L’austerity toccò a tutti, dai più ricchi ai più poveri. Un’immagine che è rimasta nella storia è quella del presidente della Repubblica Giovanni Leone che, per assistere alla cerimonia dell’Immacolata concezione, fu costretto ad arrivare su una carrozza trainata dai cavalli. Per contenere i consumi le strade si svuotarono. Solo i mezzi di sicurezza, quelli di soccorso e quelli pubblici potevano circolare. Vennero abbassati i limiti di velocità, così sa riuscire a risparmiare sulla benzina. Ma soprattutto vennero di nuovo tirate fuori dalle cantine le biciclette. Esattamente come richiesto a noi oggi.

Per convincere le persone a rientrare prima in casa, venne cambiato l’orario del telegiornale. Invece che alle 20:30, ogni giorno veniva trasmesso alle 20, proprio come succede tuttora. Tra l’altro, per mandare le persone a letto presto, la televisione non poteva trasmettere programmi oltre le 22:45, con una tolleranza fino alle 23. L’Enel e le altre imprese distributrici di elettricità ridussero la tensione del 6-7% dalle 21 alle 7, limitando la possibilità di usare elettrodomestici nelle case. Nelle abitazioni si consigliava di mantenere una temperatura massima di 20 gradi. Servirono sei lunghi mesi di rigore prima di poter tornare alla normalità. A marzo 1974 poi l’embargo del petrolio terminò, ad aprile la crisi energetica iniziò ad allentare, a giugno l’austerity si concluse.

Oggi è difficile pensare che si possa tornare a regole di questo tipo, soprattutto perché nel frattempo la tecnologia ha fatto passi da gigante. Esistono i pannelli solari, le auto elettriche. Nessuno immaginava, però, nemmeno di dover affrontare una pandemia, di vedere di nuovo la guerra. Di fare un tuffo nel passato. Sicuramente, la storia ci sta dimostrando, ancora, che può ripetersi. E probabilmente anche questa volta, nonostante tutto, ci troverà impreparati. >> Tutte le notizie di UrbanPost

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