Nicola Porro ha aperto la rassegna stampa di ieri con le notizie sulla crisi dell’Ucraina, il tema caldo di queste ultime settimane, a cui guardano con preoccupazione tutti: Italia compresa. Le operazioni diplomatiche sono ancora in corso e non è ancora chiaro se lo scontro Mosca-Kiev porterà ad un nuovo conflitto mondiale, anche se i presupposti perché ciò non avvenga ci sono tutti. «I titoli dei giornali sulla situazione ucraina sembrano quelli di un romanzo di Amélie Nothomb, ‘Sussurri e tremori’», ha esordito il giornalista, che ha poi tirato in ballo un pezzo uscito su «Domani», in cui si rifletteva su una particolare scelta di Draghi che ha spiazzato i più.
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Crisi Ucraina, Porro “bacchetta” Draghi: “Di Maio? Perché non alza il cu*** lui?”
«Sia il Corriere della Sera che Repubblica parlano di ‘spiragli’, dato che il ministro degli Esteri russo ha parlato per la prima volta di un accordo possibile. Inoltre il cancelliere tedesco dopo l’incontro a Kiev ha dichiarato che non è all’ordine del giorno l’ingresso dell’Ucraina nella Nato, che è poi il motivo di tutto questo casino. Dagli Stati Uniti invece si tende a drammatizzare, dato che si parla dell’ammassamento di turbe ai confini e di un attacco russo imminente», ha spiegato Nicola Porro. Poi come dicevamo in apertura si è concentrato su un pezzo uscito sul «Domani». “L’Italia manda Luigi Di Maio – non Mario Draghi – a dialogare a Kiev e a Mosca. Le aspettative per una uscita diplomatica dalla crisi si concentrano sulla Germania, il paese europeo ad avere l’atteggiamento più pragmatico verso la Russia. Mosca lo sa, sa che l’occasione per incassare qualche obiettivo diplomatico c’è, e non a caso ha inviato segnali distensivi mentre Scholz era con Zelensky. Ora va da Putin”, si legge nel pezzo in questione intitolato “La via d’uscita dalla crisi ucraina dipende da Scholz. Draghi si eclissa”. Un articolo che ha portato Porro ad una riflessione sulla strategia dell’economista in questa delicata fase.
L’eclissi del premier non è piaciuta al giornalista
«Per quale motivo a Kiev e a Mosca sono andati Macron, Schultz, insomma i grandi del mondo in prima persona, e noi mandiamo Luigi Di Maio? Non voglio fare ironia, ma perché Mario Draghi non alza il c*** e va a vedere cosa sta succedendo o comunque a fare una trattativa? Stiamo parlando della zona in cui passa il 50% delle nostre forniture di gas che dipendono dalla Russia», si interroga Porro ed è una domanda che in tutta sincerità ci siamo fatti tutti. Leggi anche l’articolo —> “Dimartedì”, scontro duro tra Di Battista e Abete «Senza Draghi ci sarebbero le cavallette…»