È grazie alla cura monoclonale che una signora marchigiana può dire di essere tornata a vivere dopo il contagio da Covid-19: 55enne di Castelfidardo, in provincia di Ancona, la donna è seguita dalle Usca, le Unità Speciali di Continuità Assistenziale, il cui lavoro – in questi giorni – è più intenso che mai. È Il Resto del Carlino a raccontare l’attività delle Usca in provincia di Ancona e la testimonianza della donna “presa ‘per i capelli’ dai sanitari”.
Cura monoclonale Covid: 55enne di Castelfidardo salvata da farmaco sperimentale
“Da inizio anno – riferisce Massimo Magi, coordinatore Usca zona sud – visite e tamponi sono raddoppiati passando da tre-cinque visite al giorno a dieci-12. Stesso trend per i tamponi, raddoppiati rispetto ai 30-40 di gennaio. In collegamento con il medico di famiglia – spiega il coordinatore illustrando il lavoro delle unità attive tutti i giorni dalle 8.00 alle 20.00 – valutiamo le condizioni del malato e abbiamo introdotto alcuni semplici presidi, il saturimetro per esempio e l’ecobedside, meglio di una lastra”. I casi sono tanti, così come i malati in via di guarigione, tra cui figura la 55enne di Castelfidardo.
“Il nuovo farmaco sperimentale monoclonale mi ha permesso di togliere l’ossigeno – ha raccontato al giornale la donna sottoposta a cura monoclonale – e sono libera senza mascherina. Finalmente dopo un mese posso tornare a vivere. Esami del sangue quasi perfetti, polmoni guariti, elettrocardiogramma ok, funzionalità renale pure. Sono ancora positiva ma mi sento in forze. Faccio fisioterapia respiratoria per far ‘riaprire’ i polmoni e riportare la respirazione alla normalità. Io – ha aggiunto la 55enne – sono per la terapia domiciliare ma bisogna essere seguiti. Ho dovuto elemosinare per giorni un tampone”.
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Aumento dei casi e cittadini fuori controllo
Il lavoro è tanto e i cittadini, a quanto pare, non fanno nulla per rendere meno drastica la situazione. Il centralino dei carabinieri di Osimo – conferma Il Resto del Carlino – è infuocato di segnalazioni provenienti dagli abitanti della Valmusone alle prese con il rispetto delle regole in zona rossa. “C’è chi – dicono – è in quarantena che gira per la città ed entra pure nei supermercati, fate qualcosa”. Nei quartieri più piccoli, dove si conoscono tutti, è facile sapere quali siano i nuclei familiari sottoposti a isolamento per la positività al virus. >> Tutte le news