
Per anni è stato una presenza fissa nelle case degli italiani. Un volto riconoscibile, una voce familiare, uno stile gentile che non alzava mai i toni. Davide Mengacci non era soltanto un conduttore televisivo: era una compagnia. Poi, lentamente, senza annunci e senza addii plateali, è sparito dal centro della scena. E oggi, inevitabilmente, la domanda torna a farsi spazio: che fine ha fatto Davide Mengacci.
Non è una scomparsa improvvisa, né una caduta. È una scelta. Ed è proprio questo che rende la sua storia diversa da tante altre.
Cosa fa oggi Davide Mengacci
Oggi Davide Mengacci ha settantasette anni e vive una vita molto più riservata rispetto al passato. Non ha abbandonato il mondo della televisione in modo traumatico, né è stato messo da parte. Ha semplicemente rallentato. Dopo oltre quarant’anni trascorsi tra studi televisivi, dirette, registrazioni e viaggi continui, ha scelto di fare un passo di lato.
Non è sparito del tutto. Continua a lavorare, soprattutto nel settore delle televendite, un ambito che conosce bene e che gli permette di restare in contatto con il pubblico senza sottostare ai ritmi logoranti della tv generalista. È una presenza più discreta, meno esposta, ma coerente con il suo modo di essere.

Più volte ha spiegato di non aver mai sentito il bisogno di rincorrere la visibilità a tutti i costi. La televisione, per lui, è sempre stata un lavoro. Importante, certo. Ma non totalizzante.
Le origini e una carriera costruita senza maschere
Davide Mengacci nasce a Milano e cresce in un ambiente profondamente legato al teatro. I genitori lavorano al Piccolo Teatro, uno dei luoghi simbolo della cultura italiana. Il palcoscenico, le quinte, l’odore dei costumi fanno parte della sua quotidianità fin da bambino. Eppure, non diventa subito un uomo di spettacolo.
Prima della televisione c’è la pubblicità. Mengacci studia a Losanna e lavora per tredici anni nell’agenzia di famiglia. Parallelamente coltiva la passione per la fotografia e si avvicina anche alla cronaca locale. Esperienze che gli insegnano a osservare le persone, ad ascoltare, a raccontare senza forzature.
La svolta arriva a metà degli anni Ottanta, in un momento personale complesso. Una separazione alle spalle, un figlio piccolo, una fase di crisi. È allora che un amico gli propone di lavorare a delle candid camera giornalistiche. Da lì, quasi senza rendersene conto, inizia il suo percorso televisivo.
Il successo e la tv “nazional popolare”
Il grande pubblico impara a conoscerlo grazie a programmi come Candid Camera Show, Pentatlon e Scene da un matrimonio. Ma è con le trasmissioni legate alla cucina, ai territori e alle tradizioni che Davide Mengacci diventa davvero una figura popolare.
La Domenica del Villaggio, Il Pranzo è servito, le sagre, i paesi, le storie semplici. Mengacci diventa il volto di un’Italia che si riconosce nei piccoli gesti, nelle tavole apparecchiate, nelle ricette tramandate. Un paradosso, se si pensa che lui stesso ha spesso raccontato di non saper cucinare.
Il suo talento non era tecnico, ma umano. Sapeva stare in mezzo alle persone. Non interpretava un personaggio. Era esattamente ciò che appariva.
La famiglia e il ruolo di padre
Nella vita privata, Davide Mengacci è sempre stato molto riservato. È padre di tre figli, avuti da relazioni diverse. Tra loro c’è anche Rudy Zerbi, oggi volto noto della televisione italiana. Mengacci ha spesso parlato del suo ruolo di padre con ironia e tenerezza, definendosi un “papà buono”, incapace di essere davvero severo.
Da circa quarant’anni è legato a Cini Liguori, regista televisiva. Un rapporto lungo, solido, costruito anche sulla distanza. Mengacci ha raccontato che uno dei segreti del loro matrimonio è stato proprio il non vedersi tutti i giorni, soprattutto nei periodi di lavoro intenso.
Un equilibrio semplice, lontano dai riflettori, che ha resistito al tempo e alle pressioni del mondo dello spettacolo.
Perché Davide Mengacci ha lasciato la televisione
La risposta è meno clamorosa di quanto si potrebbe pensare. Davide Mengacci non è stato cacciato, né dimenticato. Ha scelto di fermarsi. Di non inseguire format, mode o ritorni forzati.
In diverse interviste ha detto chiaramente che il suo progetto oggi è “fare niente”. Un’espressione che non indica vuoto, ma libertà. Dopo una vita scandita da orari rigidi e responsabilità pubbliche, ha deciso di prendersi il lusso più raro: il tempo.
Guarda il mondo da una distanza diversa, più simile a quella del fotografo che osserva prima di scattare. Non c’è amarezza nelle sue parole. Solo consapevolezza.
Davide Mengacci oggi: una scelta controcorrente
In un’epoca in cui molti personaggi televisivi cercano continuamente di rimanere visibili, Davide Mengacci ha fatto il contrario. Si è sottratto. Senza polemiche, senza rancori, senza dichiarazioni roboanti.
Ed è forse proprio per questo che il pubblico continua a chiedersi che fine abbia fatto. Perché Mengacci rappresenta un modo di stare in televisione che oggi sembra quasi scomparso. Gentile, misurato, umano.
La sua non è una sparizione. È un passo indietro. E, per molti, anche una lezione.
Un addio che non è mai stato davvero un addio
Davide Mengacci non ha mai detto addio alla televisione. Ha solo smesso di stare al centro. Ogni tanto riappare, come ospite, come presenza affettuosa che riporta indietro nel tempo. E ogni volta il pubblico lo riconosce subito.
Perché certe figure non hanno bisogno di essere sempre in onda per restare nella memoria collettiva. Restano lì. Silenziose. Come una voce che non senti da anni, ma che riconosci al primo istante.
E forse è proprio questo il vero successo di Davide Mengacci.
