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M5s non vota il decreto Energia, scontro al Cdm: muro contro Draghi | Retroscena

03/05/2022 12:00 - Aggiornamento 03/05/2022 12:10

Decreto Energia, retroscena – «Siamo un po’ dispiaciuti, ma speriamo non si arrivi a fibrillazioni». Così il presidente del consiglio Mario Draghi in conferenza stampa, commentando la scelta del M5s di esprimere voto contrario al decreto aiuti, motivato dalla contrarietà alle norme che permettono la realizzazione di un termovalorizzatore a Roma. A quanto apprende l’«Adnkronos», si sarebbe consumato però nel corso del Cdm un duro scontro tra il M5S e il Pd. E non solo. Il capodelegazione dei 5 Stelle al governo, Stefano Patuanelli, avrebbe chiesto lo stralcio della norma, non ottenendolo. Da qui la decisione dei pentastellati di non votare il Dl, su indicazione del leader M5s Conte. Non è stata che la scintilla per lo scontro con i dem, che avrebbero chiesto agli ‘alleati’ del fronte progressista di non votare la singola norma, contenuta nell’articolo 13, anziché non votare l’intero provvedimento. Che era poi la stessa richiesta avanzata dal premier Draghi. Un retroscena, come dire, “infuocato”, confermato in parte anche dal «Corriere della Sera».

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M5s non vota il decreto Energia, scontro al Cdm: muro contro Draghi | Retroscena

«Non abbiamo votato il decreto aiuti, il M5S non può accettare che la transizione ecologica sia solo declamata sulla carta e poi nei fatti stravolta e annacquata. Tornare indietro di 10 anni e supportare politiche da Medioevo, tornare nuovamente all’età della pietra autorizzando gli inceneritori, addirittura nella Capitale, per noi è totalmente irricevibile», ha spiegato in serata il vice di Conte, Michele Gubitosa. «Il Movimento 5 Stelle si conferma fuori dal mondo. Il no al termovalorizzatore di Roma è una posizione contro l’ambiente, contro il progresso, contro le città pulite e contro i cittadini», il commento a caldo del leader della Lega Matteo Salvini. A quanto apprende sempre l’«Adnkronos», sarebbe stato il premier Mario Draghi a tenere il punto in Cdm. L’ex numero uno della Bce avrebbe respinto la richiesta del Movimento 5 Stelle di scorporare la norma sull’inceneritore a Roma. Il muro contro muro avrebbe portato così ad un no del MoVimento, che ha deliberato di non votare il dl aiuti e energia. Fonti del Pd hanno fornito una versione dettagliata di quanto successo al «Corriere della Sera».

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«Questo non è possibile», scintille in riunione

Alla richiesta di Patuanelli di stralciare la norma che consente la costruzione del termovalorizzatore di Roma, Draghi ha replicato: «Questo non è possibile». Parole dette senza alzare il tono della voce, alla sua maniera. Poi al momento di votare il ministro grillino riprendendo la parola ha dichiarato: «Noi non possiamo votare questo provvedimento perché siamo contrari al termovalorizzatore a Roma». Da qui la controproposta del premier: «Questo provvedimento è importante, è fondamentale dare un segnale al Paese in questa fase. Perché non lo votate e mettete agli atti la vostra contrarietà su questo punto specifico?». A supporto del presidente del consiglio si sono spesi due ministri dem: «La politica deve dare un segnale di unità. È in gioco l’interesse del Paese, non ci si può impuntare su un unico passaggio. Dovreste votare», le parole di Franceschini. «Stiamo parlando di un provvedimento che va incontro alle esigenze delle famiglie e dei lavoratori…», la chiosa di Orlando. Patuanelli però non ha voluto sentire ragioni. A nulla sono valse le osservazioni di Forza Italia e la Lega. A quel punto Draghi avrebbe aperto le braccia e chiuso il confronto. Leggi anche l’articolo —> Decreto aiuti approvato in Cdm, Draghi: «Misure pensate per famiglie e imprese»

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