Decreto Rilancio bozza news oggi, 12 maggio 2020. Sono ancora molti i nodi da sciogliere da parte del governo riunito in questi minuti in un nuovo pre-consiglio dei Ministri. Sul tavolo di Conte e dell’esecutivo la bozza del Decreto Rilancio Italia che circola ormai da alcuni giorni. Secondo le ultime indiscrezioni, ancora al centro della discussione le coperture di alcuni provvedimenti, gli interventi per il settore turistico e lo “spinoso” nodo della regolarizzazione dei migranti. Nella migliore delle ipotesi, ma il condizionale è d’obbligo, il consiglio dei Ministri per l’approvazione del testo definitivo del Decreto Rilancio dovrebbe svolgersi nel pomeriggio.
>> La bozza ufficiale del Decreto Rilancio
Decreto Rilancio: cancellazione Irap e coperture
Primo e più importante nodo da sciogliere per arrivare all’approvazione del Decreto Rilancio è quello delle coperture. L’insieme dei provvedimenti, come più volte ribadito dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, vale 55 miliardi. Tra le questioni che più hanno fatto discutere, la cancellazione dell’Irap, o meglio, del pagamento del saldo-acconto previsto per il prossimo 16 giugno. Inizialmente, per garantirne la copertura, Gualtieri proponeva che a beneficiarne fossero le sole aziende fino a 250 milioni di fatturato che avessero perso almeno 1/3 del fatturato a causa dell’emergenza Coronavirus. Ma nelle ultime ore, in particolare per le pressioni di Italia Viva di Matteo Renzi, pare che la limitazione della perdita di fatturato possa essere cancellata dal testo definitivo del decreto.
La questione regolarizzazione migranti
Il nodo più spinoso tuttavia è quello della regolarizzazione dei migranti e dei lavoratori stranieri, a partire da quelli in agricoltura su cui tanto sta insistendo la ministra Teresa Bellanova. Qui la maggioranza è divisa e le posizioni non paiono essere, per il momento, mutate. Da una parte ci sono Italia Viva, appoggiata da LeU e Pd, favorevole e prima promotrice della norma; dall’altra il Movimento 5 Stelle, contrario.
Ma all’interno dei pentastellati sul tema ci sono evidenti divisioni. Un retroscena del quotidiano La Repubblica parla di un accordo nel governo, inizialmente siglato nella notte tra domenica e lunedì, saltato poi nella giornata di ieri. La regolarizzazione dei migranti è contestata apertamente dal sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia, il più intransigente tra i 5Stelle nel porre il veto. Il nodo per l’M5S è lo scudo penale per i datori di lavoro: dietro le esternazioni del sottosegretario all’Interno il quotidiano romano “vede” la mano dell’ex capo politico M5S Luigi Di Maio.
Non facciamo sconti ai criminali, se è urgente recuperare braccianti per l’agricoltura, non è altrettanto urgente fare un regalo a chi sfrutta il lavoro. Nel decreto Maggio solo misure economiche urgenti per gli italiani, niente sanatorie o condoni ?https://t.co/FCwepKiNkR pic.twitter.com/esS0RJrvUJ
— Carlo Sibilia (@carlosibilia) May 11, 2020
Tuttavia, nelle ultime ore le distanze sembrano essersi ridotte. La regolarizzazione tramite sanatoria non sarà concessa se il datore di lavoro è stato condannato per reati come il favoreggiamento dell’immigrazione, il caporalato e lo sfruttamento della prostituzione. I “paletti” voluti dal M5S restringeranno di molto la platea dei benificiari dai 5-600mila possibili con la versione originaria del provvedimento.
Decreto Rilancio bozza news oggi: il turismo
Altro tema importantissimo su cui si discute ancora è la ripartenza del settore turistico. Al centro della discussione nella maggioranza il Bonus Vacanze, che divide soprattutto Pd e Italia Viva. L’idea contenuta nella prima bozza del Decreto Rilancio prevede la concessione di un bonus vacanze di 500 euro agli italiani fino a 50mila euro di reddito Isee. Italia Viva vorrebbe invece destinare direttamente i 2 miliardi previsti per il bonus alle imprese alberghiere e non alle famiglie. Anche alcuni operatori del settore turistico sono contrari: perché gli albergatori dovrebbero anticipare lo sconto in cambio di un credito di imposta a fine anno.
Nelle ultime ore a Palazzo Chigi è arrivata la lettera protesta inviata dai sindaci di sette città fortemente legate alle entrate del settore, Rimini, Venezia, Napoli, Firenze, Palermo, Napoli e Roma. “Le nostre città rischieranno seriamente il default e l’impossibilità oggettiva di spingere il sistema paese nella ripresa economica e turistica”, hanno scritto al premier Conte i sindaci Gnassi, Brugnaro, De Magistris, Nardella, Orlando, Raggi, Sala. >> Tutte le notizie di economia