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D’Incà: “Il M5s è vivo e vegeto”, ma i dissidi lacerano il partito

17/02/2021 14:31 - Aggiornamento 17/02/2021 14:34

M5s news: Federico D’Incà, ministro riconfermato per i Rapporti con il Parlamento, ha assicurato che il M5s è “vivo e vegeto”. Intanto però all’interno del partito la diatriba è tutt’altro che sedata, con una componente del Movimento che continua a reclamare la testa di Vito Crimi.

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Movimento 5 stelle “vivo e vegeto”

 

“La fiducia a Draghi non indebolirà il M5s”, ha garantito il ministro M5s Federico D’Incà, nelle dichiarazioni raccolte da Il Foglio. “Il movimento è vivo e vegeto. C’è vivacità nella democrazia interna e nel confronto politico”, ha affermato D’Incà, che però non ha commentato la possibile astensione o assenza dei parlamentari pentastellati al voto della fiducia a Mario Draghi. “Contiamo oltre 280 parlamentari, siamo la prima forza di maggioranza relativa anche all’interno di questo governo Draghi”, è stato il commento del ministro per i Rapporti con il Parlamento.

I dissidi interni: M5s news

C’è però aria di scissione all’interno del Movimento. Gli elettori del Movimento 5 Stelle ora puntano alla testa di Vito Crimi. Un gruppo di attivisti ha lanciato un appello al Capo politico e a Beppe Grillo per tornare a esprimere la propria opinione il prima possibile sulla piattaforma Rousseau. Questa volta, però, si pretende un quesito “onesto, sincero, veritiero e reale sul ruolo del M5S nel governo Draghi, e quindi una chiara espressione di voto degli iscritti, tale da consentire ai Portavoce nazionali di non avere dubbi sull’indirizzo politico dell’Assemblea al quale uniformarsi”. Ma non solo: nella petizione si chiede anche di poter valutare “le responsabilità personali dell’attuale Capo politico pro tempore e del Comitato di Garanzia per l’avallo di una consultazione ingannevole, che rischia di incidere in modo importante sulla nostra azione politica e sulla nostra compattezza”. Insomma, di esprimersi su Vito Crimi.

Si può dire che la decisione di Alessandro Di Battista di lasciare il M5S abbia letteralmente avuto il ruolo di apripista per la scissione. “Non posso andare contro la mia coscienza. E’ stata una bellissima storia d’amore fatta di battaglie vinte e alcune disattese. Ma da ora in poi non parlerò più a nome del M5S perché quest’ultimo non parla a nome mio. E dunque non posso fare altro che farmi da parte”, aveva dichiarato. Un’opinione totalmente contraria rispetto a quella di Luigi Di Maio, che dal canto suo invece aveva affermato: “Abbiamo scelto il coraggio e la via europea”. Allo stesso modo si era espresso il presidente della Camera Roberto Fico: “E’ l’apertura di una nuova fase”.

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La divisioni interna è visibile anche nel corso della discussione generale sulla fiducia del Senato al governo Draghi: “Il Movimento ha ricevuto il mandato dei suoi iscritti per sostenere questo governo per realizzare i punti del programma. Sono qui per offrire il mio aiuto e il mio sostegno ai più deboli, non certo a chi specula su di loro. Sono pronto a sfiduciare il governo non appena mi renderò conto che questi principi non sono condivisi”. Così il senatore del Movimento 5 stelle, Alberto Airola.

“Molti di noi, come me, sono politicamente combattuti. Rispettiamo l’esito della votazione sulla Rete e ci adeguiamo ad essa per esprimere la fiducia al governo”, ha sottolineato il senatore Gabriele Lanzi, esprimendo “disistima e disprezzo politico” per chi ha aperto la crisi del governo Conte 2. >> Tutte le news