35 anni fa una centrale nucleare a nord di Kiev esplose causando una serie di danni che condizionarono la vita di molte persone per sempre. Oggi solo animali e vegetazione popolano la zona dove avvenne il disastro di Chernobyl. Cosa è successo il 26 aprile 1986? Scopriamo cosa è successo 35 anni fa e come l’incidente nucleare ha impatto ancora oggi sulla vita delle persone.
Disastro di Chernobyl oggi: l’impatto dell’incidente nucleare
Attualmente la zona intorno al luogo dell’incidente è disabitata e secondo le autorità ucraine non sarà adatta agli esseri umani per 24mila anni. Il ministro della Cultura dell’Ucraina, Oleksandre Tkachenko ha annunciato di voler candidare la Zona di esclusione di Chernobyl all’iscrizione al patrimonio mondiale dell’Unesco. Se la richiesta fosse approvata la zona, grande quanto il Lussemburgo, potrebbe diventare una riserva naturale nella quale potrebbero essere introdotti esemplari di bisonte europeo. Già 5 anni fa la zona era stata popolata da 2.700 cavalli. Dopo il disastro, l’area è diventata anche rifugio per alci, lupi e una razza tarchiata di cavalli selvaggi originari dell’Asia, in via di estinzione. La tutela del territorio intorno alla centrale di Chernobyl potrebbe paradossalmente “Offrire un’opportunità unica per preservare la biodiversità.
La zona è disabitata e inadatta all’uomo per un motivo: le radiazioni. L’aumento dei tumori e la preoccupazione degli effetti sulle generazioni future tengono ben lontane le persone da quei luoghi contaminati. Nonostante ciò non mancano i curiosi, persone che vogliono visitare un luogo tetro, lasciato a se stesso. Si stima che lo scorso anno, grazie alla serie televisiva su Chernobyl l’impianto nucleare e la vicina città di Pripyat, la città fantasma che un tempo ospitava 50 mila residenti, hanno registrato un boom di circa 120 mila visitatori.
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Disastro di Chernobyl: cosa è successo il 26 aprile 1986
Il disastro avvenne all’1.23 nella centrale una località a circa 100 km a nord di Kiev e poco distante dal confine con la Bielorussia, in un’Ucraina che ancora faceva parte dell’Urss. Si verificarono due esplosioni a distanza di pochi secondi l’una dall’altra. Durante un test di sicurezza andato male, le esplosioni si verificarono al quarto reattore dell’impianto nucleare V.I. Lenin. Per colpa dell’accaduto scoppio un incendio che provocò la diffusione nell’aria di una quantità di polveri radioattive pari a quella di 500 ordigni (come la bomba di Hiroshima). Fu il primo incidente nucleare classificato come livello 7, il massimo livello della scala INES degli incidenti nucleari.
L’incendio sprigionò una grande nuvola, densa di materiale radioattivo, che cominciò a contaminare tutta l’area attorno alla centrale: 336mila le persone subito evacuate. L’Unione Sovietica aspettò a rendere pubblica la notizia del disastro ma quando capì l’entità del danno dovette rinunciare al silenzio. La conta dei morti fu estremamente vaga e oscillò dai trenta ai centomila. Nei giorni successivi il vento fa percorrere centinaia di chilometri alla nuvola di fumo, che contaminò gran parte dell’Europa.>>Tutte le notizie