Vai al contenuto

Dl semplificazioni, la riforma sull’abuso d’ufficio sembra voler salvare i politici locali

01/07/2020 11:09

Abuso d’ufficio, condono… Il Dl semplificazioni sembra dover nascondere sotto il tappeto la polvere che ricopre i problemi dell’Italia, per poi ripartire facendo finta di niente. Ma comunque aiutandosi l’un l’altro. Riscrivendo il reato d’abuso d’ufficio, e circoscrivendo meglio quali condotte sono da considerarsi illeciti, sembra infatti che si voglia aiutare (e salvare) alcuni amministratori delle fila pentastellate e dem, finiti nel mirino. Se nella formulazione attuale infatti l’abuso d’ufficio punisce la generica violazione di leggi e dei regolamenti, con la sua modifica l’intenzione è quella di definire delle condotte specifiche, previste dalle sole leggi e dagli atti aventi forza di legge. Significa quindi circoscrivere più chiaramente le violazioni. E intanto si ripuliscono tutti coloro che sono stati indagati.

>>Leggi anche: C’è aria di crisi di governo: Conte esce sconfitto dalla riunione sul Dl semplificazioni

Dl semplificazioni, i cavilli della legge sull’abuso d’ufficio

Nella bozza si specifica che si dà “rilevanza alla circostanza che da tali specifiche regole non residuino margini di discrezionalità per il soggetto, in luogo della vigente previsione che fa generico riferimento alla violazione di norme di legge o di regolamento. Ciò al fine di definire in maniera più compiuta la condotta rilevante ai fini del reato di abuso di ufficio”. In poche parole, nei casi in cui si prevede potere discrezionale del pubblico amministratore, quest’ultimo potrà beneficiarne senza correre il rischio di finire sotto inchiesta. Sostanzialmente, quindi, se la legge concede un margine di interpretazione, non si può contestare a un sindaco la scelta di una o dell’altra interpretazione.

A inciampare sull’abuso d’ufficio, negli anni, sono stati in molti. Un esempio può essere Chiara Appendino, sindaca di Torino, sotto processo per un falso in bilancio e abuso d’ufficio, al momento in attesa di sentenza. I pm ne hanno chiesto la condanna a un anno e due mesi e negli ambienti della procura già si dice che se la bozza di riforma passerà cosi com’ è, l’accusa diverrebbe quasi insostenibile. Come lei poi Virginia Raggi, Beppe Sala, ma anche il governatore della Campania Vincenzo De Luca. L’accusa è arrivata a molti, ma solamente pochi procedimenti si concludono poi con una condanna. Proprio per questo la riforma sembra voler salvare gli amministratori e ripulire l’immagine di alcuni politici locali.

Dl semplificazioni

Negli ultimi anni centomila procedimenti per abuso d’ufficio

“Già, non è facile per gli ottomila sindaci terminare il mandato senza incappare in un’accusa di abuso d’ufficio. Per noi è una condanna anticipata con i titoli sui giornali e processo virtuale. E siccome abbiamo calcolato che solo il 2% dei procedimenti termina con una condanna, è una beffa, sottolinea con amarezza Giuseppe Decaro, primo cittadino di Bari e presidente dell’associazione nazionale comuni italiani. E anche lui, a nome dei suoi colleghi, non chiede l’abolizione del reato: “Chiediamo che sia meglio determinato il perimetro”.

Il governatore De Luca è finito a processo per per un complesso immobiliare complesso immobiliare sul lungomare di Salerno. Un’udienza che ha tenuto tutti col fiato sospeso, perché una condanna per abuso d’ufficio, anche in primo grado, significa la decadenza per effetto della Legge Severino. Il tutto si è concluso poi con l’assoluzione, esattamente come è successo all’ex presidente della Giunta d’Abruzzo Luciano D’Alfonso, o al presidente del Molise Michele Iorio. Oppure ancora a Virginia Raggi, indagata per il nuovo stadio su esposto di un ex Cinque Stelle. Possono vantare un’assoluzione anche i Governatori della Lombardia Attilio Fontana per il caso legato alla nomina in un organismo regionale di un suo ex socio di studio legale, o della Puglia Michele Emiliano per la nomina nel cda di InnovaPuglia, società in house dell’allora sindaco di Bisceglie.

Insomma, tanti casi e tutti conclusi esattamente allo stesso modo.

Secondo i dati dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani), sono stati ben centomila i procedimenti per abuso d’ufficio contro i sindaci negli ultimi anni. “Il 60% è archiviato già in istruttoria. E’ indispensabile riscrivere il reato”, sottolineano. Fondamentalmente, se non è contestabile l’abuso d’ufficio ogni volta che una norma di legge è suscettibile d’interpretazione, è molto complesso sostenere un’accusa. E per questo poi tutti i processi si concludono in assoluzioni. >>Tutte le notizie di UrbanPost