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Medico dell’ospedale di Crotone: «Mi hanno pestato in cinque. Non dormivo più, ho dovuto cambiare lavoro»

03/01/2020 09:40 - Aggiornamento 03/01/2020 09:50

Ci sono episodi nel percorso di ognuno che hanno un peso più di altri, giorni in cui la vita sembra poca, altri in cui addirittura troppa. Il 2 agosto del 2018 la quotidianità del dottor Francesco Bossio da Crotone viene turbata da un fatto grave. Nel reparto di rianimazione dell’ospedale San Giovanni di Dio l’hanno pestato a sangue cinque persone, furiose per la morte di un parente colpito da una malattia neurologica senza ritorno. Quella terribile aggressione ha spinto il medico, che oggi ha 61 anni, a lasciare la terapia intensiva. Le percosse però non hanno smorzato i suoi ardori, la passione che lo aveva spinto a diventare dottore. Tenendo sempre a cuore i suoi pazienti, ha avviato così un servizio di cure palliative domiciliari per i malati terminali. Di tutto questo Francesco Bossio ha parlato in un’intervista stamani pubblicata su Repubblica.

dottore di crotone

Medico dell’ospedale di Crotone «Mi hanno pestato in cinque. Non dormivo più la notte, ho dovuto cambiare lavoro»

Il medico 61enne ha ripercorso quella drammatica notte del 2 agosto del 2018: «Facevo il turno di notte in rianimazione. Da noi era ricoverato un trentenne con il destino segnato da una grave malattia neurologica progressiva. Il suo nucleo familiare però, da giorni, non si rassegnava. Alle 23 la situazione è precipitata, il malato stava per morire», ha riferito Francesco Bossio, che viste le circostanze aveva ritenuto di far entrare dapprima la madre del giovane in reparto: «Pensavo fosse una cosa buona farla stare vicino al figlio negli ultimi istanti della sua vita. Appena però si è accorta che era morto ha iniziato a urlare richiamando gli altri. Il gruppetto si è precipitato in reparto. Hanno preso ciò che trovavano sulla mia scrivania, i citofoni una lampada, una spillatrice, e hanno iniziato a colpirmi alla testa. Io provavo solo a parare i colpi di quei cinque, tre donne e due uomini», ha affermato il medico di Crotone picchiato per sette interminabili minuti.

dottore di Crotone

Aggressione ai dottori: «C’è tanta rabbia sociale. Medici e personale sanitario sono identificati come il nemico…»

«Ho subito lesioni da taglio e da percosse, in tutto per un mese di prognosi. Poi c’è stato il grave danno psicologico, mi ha seguito anche uno psichiatra», ha raccontato Francesco Bossio, che non ha denunciato gli aggressori, ma ha dovuto comunque presentarsi ad un processo per interruzione di pubblico servizio. Alla prima udienza però i familiari del paziente non si sono presentati. Purtroppo gli assalti ai medici si moltiplicano: «C’è tanta rabbia sociale. Medici e personale sanitario sono identificati come il nemico, non come chi aiuta. Siamo una controparte, quelli in prima linea contro i quali prendersela. Il nostro pronto soccorso ha visto vari episodi come il mio, è un campo di battaglia», ha spiegato il medico che a seguito dell’aggressione ha voluto chiedere il trasferimento. Non tanto per i colpi presi, le ferite riportate e il danno psicologico, ma soprattutto spinto da una riflessione: «Pesava anche il pensiero insostenibile di essere considerato nemico dai pazienti dopo aver fatto questo lavoro per tanti anni, aver perso centinaia di ore di sonno e aver trascorso Natali e festività in ospedale». Oggi Francesco Bossio si occupa di cure palliative, va nelle case, sta vicino ai malati terminali e alle loro famiglie. Un incarico che lo ha aiutato a ritrovare la fiducia, a rinascere: «La gratitudine dei pazienti e delle loro famiglie sono importanti, soprattutto in questa fase della vita che corrisponde all’età matura».

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