«Prendere decisioni necessarie anche quando impopolari, le cose vanno fatte perché si devono fare, non per avere un risultato immediato». Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi, citando Beniamino Andreatta a Bologna, in occasione dell’intitolazione dell’aula magna della Bologna Business School al noto economista trentino. Nel ricordo dell’amico scomparso, a cui l’ex numero uno della Bce deve moltissimo – («il mio primo incarico di ritorno dal Mit, all’università di Trento, lo devo a lui») – tanti giustamente scorgono quello che è l’indirizzo del governo. «Dire molti no e pochi sì. Per evitare che tutto sia travolto nella irresponsabilità», ha detto fermo Draghi, sottolineando la necessità far leva su «autonomia e immediatezza».
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Draghi a Bologna ricorda Andreatta: «Cose vanno fatte anche se impopolari»
«La politica di allora non lo ascoltò, lo emarginò e i risultati di quella scelta scellerata sono davanti a noi», ha spiegato con disappunto Draghi, alludendo ad Andreatta. Quasi avvertendo però la sua ampia maggioranza che comincia a vacillare. Andreatta «riformatore paziente e lungimirante dell’economia italiana», ha detto il premier nel giorno in cui la Bologna Business School ha dedicato al fondatore della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e delle Università di Trento e della Calabria, la nuova Aula magna. Un riconoscimento per il suo contributo alla comunità accademica e in ricordo della sua figura di economista, attento alla relazione tra economia, politica e società.
«Sono onorato per l’invito a intitolare l’Aula Magna della Bologna Business School a Beniamino Andreatta, ma sono anche commosso perché questo incontro avviene in una sala dove vedo molti amici di una vita e mi riporta agli inizi, ai primi passi della carriera e mi ricorda anche i valori che Andreatta incarnava. Questa simpatia reciproca, almeno, da parte mia, questo fascino che ha esercitato su di me è difficile da dimenticare perché conteneva anche un appello un richiamo al rigore morale. È stata una lezione di vita che non ho più dimenticato», ha detto sempre Draghi. Al suo arrivo a Palazzo Re Enzo l’ex governatore di Bankitalia è stato raggiunto dagli applausi di una cinquantina di persone raccolte in piazza, che lo hanno accolto al grido di ‘forza presidente’.
«Il dovere della politica è l’azione, preceduta, guidata dallo studio e dalla riflessione»
Giornata piena per Draghi, che, sempre a Bologna, è stato al Forum del G20, dedicato al dialogo e alla pace fra diverse culture e religioni. Draghi menzionando Papa Francesco («estremismo e violenza non nascono da un animo religioso, sono tradimenti della religione») ha voluto lanciare un chiaro messaggio: «Il dovere della politica è l’azione, preceduta, guidata dallo studio e dalla riflessione. In questo, voi autorità religiose avete un ruolo fondamentale. Richiamate la politica all’azione coerente con il vostro messaggio».
A proposito della religione il premier ha dichiarato: «Non deve essere mai strumentalizzata, ma nei casi casi peggiori, è stata usata per giustificare la violenza, la privazione dei diritti fondamentali». Il riferimento ovviamente all’Afghanistan: «Stiamo assistendo a immagini che ci riportano agli anni più bui nella storia del Paese. Come comunità internazionale abbiamo un obbligo morale, un obbligo di aiuto umanitario, di prevenzione del terrorismo, di sostegno alla tutela dei diritti umani».
Draghi a Bologna per Andreatta, poi il videomessaggio al Forum Economico Italo-Tedesco
Il presidente del Consiglio ha avuto il tempo di registrare anche un videomessaggio, destinato al Forum economico Italo-tedesco. Per Draghi Italia e Germania hanno un ruolo decisivo nell’Ue. «Germania e Italia sono il motore manifatturiero dell’Unione europea. Dalle nostre fabbriche proviene circa metà della sua produzione industriale. Dalla meccanica ai mezzi di trasporto, siamo spesso un’unica catena del valore, segno tangibile dei vantaggi del mercato unico e dell’unione monetaria. Nel 2020, gli scambi tra i due Paesi ammontavano a 116 miliardi, più di quanto valessero gli scambi dell’Italia con Stati Uniti e Cina messi insieme».
E ancora: «La Germania commercia più con la Lombardia che con la Turchia. E l’Italia commercia più con la Baviera che con l’intera Polonia. La nostra prosperità e il nostro benessere dipendono in larga parte dall’essere uniti». Leggi anche l’articolo —> Mario Draghi: età, peso, altezza, carriera e vita privata dell’ex presidente della BCE