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Governo Draghi, i possibili ministri della sua squadra: l’opzione dei “numeri due”

08/02/2021 12:00

Che governo sarà quello di Mario Draghi? Tanti i retroscena possibili sulla squadra che dovrebbe andare ad affiancare il premier incaricato dal Capo dello Stato Mattarella. Su “Repubblica” Tommaso Ciriaco offre un probabile quadro di quel che avverrà: “Per i partiti fuori i leader e dentro i numeri due. Ecco i ministeri tecnici”, si intitola l’articolo, che sottolinea come Italia Viva di Matteo Renzi voglia all’esecutivo “persone che sanno quello che fanno”. «Competenza» sembra la cifra di questo governo Draghi: non è che però lo stiamo caricando troppo di aspettative?

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Draghi governo ministri possibili: l’opzione dei “numeri due”

Sui nomi nulla è deciso, anzi mentre i partiti continuano ad essere in agitazione per la spartizione dei vari ministeri, l’ex direttore della Bce sembra piuttosto concentrato sul piano che dovrà proporre al secondo giro di consultazioni. Come a dire “le ambizioni dei singoli verranno poi”. Pare però che si stia facendo sempre più spazio l’ipotesi di un esecutivo con più politici che tecnici, formula inversa dunque del governo Ciampi, che tanti si aspettavano. Come saranno distribuiti i ministeri? Impazza il totoministri. È difficile pensare che all’interno del governo possano esserci i big, del tipo Zingaretti e Renzi. Anche perché la “convivenza” con un Matteo Salvini sarebbe decisamente difficile. Per questa ragione Tommaso Ciriaco su “Repubblica” rilancia la strada dei “numeri due”. Vale a dire figure, pur sempre politiche, ma meno ingombranti dei capi gruppo e soprattutto caratterizzati da non minore autorevolezza. Per la Lega resiste il nome di Giancarlo Giorgetti, molto amico di Draghi, a cui potrebbe essere affidato il ministero dello Sviluppo. Sempre che quello dell’Economia resti al Pd, che spera in una riconferma di Roberto Gualtieri. Ma è difficile: quest’ultimo potrebbe essere “scalzato” dal direttore di Bankitalia Daniele Franco. 

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Tra tecnici e politici: tutti i nomi

È tutta una questione di equilibri, Ciriaco lo spiega chiaramente: «L’incastro è ancora complessissimo. Ad esempio, circolano due schemi di gioco: il primo prevede venti ministri, il secondo ventiquattro. Nel primo caso, i politici in squadra sarebbero dodici: tre per il M5s, due per Pd, Lega e Forza Italia, uno a Italia Viva, Leu e Centristi. Nel secondo, addirittura quattordici: tre del Movimento, Pd e Lega, due per Forza Italia , uno per Italia Viva, Leu e centristi». E non c’è un partito che non abbia problemi: il Pd alza la posta chiedendo quattro posti, ben consapevole che a disposizione ne ha solo tre. In lizza Franceschini, Orlando e Guerini. Luigi Di Maio dei Cinque Stelle spera, ad esempio, di essere riconfermato agli Esteri, ma buone chance a tal proposito ce le ha Stefano Patuanelli. Qualcuno parla di un cambio di ministero per l’ex leader dei grillini, ma al momento per la Giustizia sempre ben solida l’ipotesi di Marta Cartabia.

Chi spera in una riconferma anche la Lamorgese agli Interni. Fuori dai giochi Lucia Azzolina per l’Istruzione, ministero che dovrebbe andare ad un tecnico. Per lo sport gira tra i nomi quello di “Andrea Abodi, presidente dell’Istituto per il Credito sportivo, con rapporti trasversali che vanno da Fratelli d’Italia fino a Giorgetti e al Pd”. Tajani, visto il suo curriculum, potrebbe invece diventare ministro per gli Affari Europei. Situazione non facile neppure per Matteo Renzi che dovrà scegliere tra Bellanova e Rosato. Se Leu tornerà in maggioranza alta la probabilità che rimanga Roberto Speranza. Staremo a vedere, ogni porta resta aperta. Anche perché non è detto che Mario Draghi dia troppo peso al “bilancino”. Leggi anche l’articolo —> Pensioni, cosa succede a Quota 100 con il governo Draghi: rischio “scalone” nel 2022?