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Gelo tra Draghi e Letta, retroscena di ‘Dagospia’: «Il premier non digerisce certe sparate»

27/05/2021 10:17 - Aggiornamento 27/05/2021 10:19

Draghi-Letta gelo, che succede? Il presidente del Consiglio non sopporterebbe più le uscite del segretario del Pd. Il vaso sarebbe colmo, al limite. Ad infastidire il premier l’ultima proposta sull’aumento della tassa di successione per i patrimoni oltre i 5 milioni di euro in modo da finanziare una dote per i diciottenni. A lanciare l’indiscrezione “Dagospia”, che sottolinea come l’ex numero uno della Bce sia rimasto parecchio piccato.

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draghi letta

Gelo tra Draghi e Letta, retroscena di ‘Dagospia’: «Il premier non digerisce certe sparate»

«Enrichetto, ma che fai? Draghi ha un rapporto di stima con Letta ma le sue ultime sortite (come la proposta di una tassa sulle rendite) lo hanno contrariato. SuperMario crede che le sparate del segretario del Pd, inopportune per tempi e modi, siano dannose per il governo. Ma nel rispetto dei ruoli, Draghi ha fatto capire a Letta che può fare come crede, anche perché le decisioni le prende lui e buonanotte ai suonatori», si legge in ‘DagoReport’. La “colpa” del leader dem, secondo il portale, sarebbe quella di non essersi affrancato da Goffredo Bettini, definito il “fu Rasputin di Zingaretti”. «È stato lui a portare il governatore del Lazio a schiantarsi sull’alleanza acritica con il M5s (“Se cade Conte, si va al voto”). O Orlando che pontificava: “Sostenere un governo Draghi insieme a Salvini? Neanche se venisse Superman”. Enrichetto, di ritorno da Parigi, è cascato nella padellona di Bettini e si è fatto servire l’alleanza giallo-rossa come un totem inattaccabile», riporta ‘Dagospia’.

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Il segretario Dem avrebbe perso anche la “mano guida” di Mattarella

Letta, sempre secondo il portale, ci ha messo del suo, «incaponendosi (seguendo il verbo di Romano Prodi) sulla necessità di una legge elettorale maggioritaria che costringerebbe Pd e M5s a viaggiare incatenati. Ma cos’è oggi il Movimento se non una guerra tra bande scissioniste e senza neanche un leader? Conte è un fantasmino che da più di tre mesi, da quando il 13 febbraio lasciò Palazzo Chigi, è fuori dalla scena», sottolinea sempre ‘Dagospia’. Enrico Letta, inoltre, avrebbe perso anche la “mano guida” del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Quest’ultimo dopo aver affidato il governo a Mario Draghi sarebbe “uscito” definitivamente «dall’agone politico». Leggi anche l’articolo —> Draghi al Quirinale? C’è chi dice no: “Nessuno toccherebbe più palla per anni”