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Drogava e abusava delle amichette della figlia ai pigiama party, la condanna: 6 anni e 4 mesi

12/12/2020 16:21 - Aggiornamento 12/12/2020 16:37

Abusi su bambine a Imola, condannato un quarantaseienne. Tra la primavera e l’estate del 2019, i pigiama party organizzati da un’adolescente di Imola si sono trasformati in incubo per sette ragazzine. Il padre della bambina drogava le adolescenti – tra i 12 e i 13 anni – e, una volta stordite, ne abusava. La condanna è arrivata ieri: per l'”orco” dei pigiama party, 6 anni e 4 mesi, più il risarcimento alle giovani vittime. L’uomo si difende: “Le abbracciavo perché sono un padre premuroso”.

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Imola: abusi su bambine ai pigiama party

Li chiamava “brindisi dell’amicizia”, i drink a base di psicofarmaci che il quarantaseienne offriva alle amiche della figlia, invitate a rimanere per la notte. In questo modo il padre dell’adolescente, rimasto vedovo, poteva abusare delle 7 ragazzine. Una delle ragazzine coinvolte nell’incubo ne ha parlato con i genitori, i quali hanno denunciato l’accaduto alla polizia. “Le famiglie sono soddisfatte perché è stata fatta giustizia ed è stato tenuto conto della gravità della vicenda. L’attendibilità delle bambine è stata posta in rilievo”, ha detto Giovanna Cappello, una delle due legali delle famiglie delle dette giovani.

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L’uomo: “Si sono inventate la storia”

Partita l’inchiesta, l’uomo era già finito in custodia cautelare in carcere, ma da un mese si trovava ai domiciliari. Ieri, 11 dicembre, il giudice per l’udienza preliminare Alberto Ziroldi ha condannato a 6 anni e 4 mesi l’imputato, e al rimborso di 20mila euro a ciascuna delle vittime, oltre al pagamento di tutte le spese processuali, da quanto riporta Il Resto del Carlino. Il condannato continua a dichiararsi non colpevole per gli abusi. L’uomo ha ammesso di aver dato del sonnifero alle bambine, perché di difficile gestione, ma nega di aver abusato di loro. “Le abbracciavo – ha spiegato – perché sono sempre stato un padre attento e premuroso. Ma loro si sono inventate tutta un’altra storia”.

L’imputato è deciso a impugnare la condanna. “Aspettiamo di leggere le motivazioni tra trenta giorni e poi impugneremo. Da parte nostra, abbiamo sempre ritenuto ci fossero ampi motivi per una sentenza di tutt’altro tenore, una sentenza assolutoria. In Appello sicuramente verrà ripristinata la verità. Nulla è accaduto di sessualmente rilevante, tutto è stato montato e lo dimostreremo”. Così il legale dell’uomo – l’avvocato Carlo Gandolfi Colleoni. >> Tutte le news