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Fase 2 cosa si potrà fare, dal 4 maggio che cambia? Attesi chiarimenti dal governo

02/05/2020 16:55 - Aggiornamento 02/05/2020 16:58

Poche ore ci separano dal 4 maggio, l’Italia si prepara all’attesissima fase 2. Oggi Palazzo Chigi dovrebbe pubblicare le Faq per sciogliere alcuni nodi del decreto, firmato dal premier Conte, come l’ambigua dicitura «congiunti», su cui si è scatenata l’ironia degli utenti sui social, o le attività motorie, che non debbono più rispettare il limite della “prossimità alla propria abitazione”. Altri dubbi riguardano lo spostamento fra le regioni, il modello dell’autocertificazione e il tema delle seconde case. Soltanto dopo una puntuale risposta dal Governo il ministero dell’Interno potrà emanare una circolare ai prefetti per offrire indicazioni da fare avere alle forze dell’ordine, cui spetta il compito di far rispettare le regole e punire i trasgressori.

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Fase 2 cosa si potrà fare, 4 maggio che cambia: attesi chiarimenti dal governo

Intanto una circolare è già arrivata ed è quella del capo della Polizia Gabrielli, che teme con il riavvio delle attività un’ondata di criminalità nel paese. «L’allentamento delle misure di contenimento e la riapertura delle attività produttive e commerciali determineranno un inevitabile incremento dei traffici, sotto il profilo della mobilità privata e pubblica, ed una più intensa fruizione degli spazi pubblici e comuni da parte della cittadinanza. In tale scenario, prevedibilmente, si assisterà ad una ripresa della attività delittuose riconducibili alla cosiddetta criminalità diffusa così come al tentativo della criminalità organizzata di infiltrarsi nel tessuto economico, gravemente colpito dalla crisi di liquidità», scrive Gabrielli. Un appello preoccupante che non può rimanere inascoltato, come pure non si può far finta che le ordinanze regionali di ieri e oggi stiano intorbidendo ancor di più le acque, creando confusione nei cittadini.

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“Distonia” tra la linea del Governo e le ordinanze regionali

Esempi? Sul problema delle seconde case diversa è la posizione di Sicilia e Toscana. Agli antipodi potremmo dire. La ministra dei Trasporti Paola De Micheli ha detto che il divieto permane, nonostante nel nuovo decreto esso sia scomparso. Ed è nella «terra di nessuno», nei vuoti, che si sono inseriti i provvedimenti dei governatori regionali. In Sicilia il presidente Nello Musumeci ha firmato un’ordinanza che da domani consente il trasferimento nelle seconde case a condizione che si tratti di un fatto definitivo (o quasi). Esso però non può avvenire in un giorno festivo. Sul fronte opposto la Toscana: Enrico Rossi è contrario agli spostamenti e ha chiesto al premier un intervento sul Dpcm. E le altre regioni? Chi più chi meno ha concesso il trasferimento verso la seconda casa solo per fare manutenzione senza restare a dormire.

Sulla “distonia” tra la linea del Governo e le ordinanze regionali si è espresso anche il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. «Nell’avvicinarsi a questa fase 2, se si innestano il caos istituzionale voluto e la frenesia popolare anche giusta dopo due mesi, c’è il rischio che la situazione diventi incontrollabile non solo qui a Napoli ma in tutta Italia», ha detto il primo cittadino.

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Fase 2 cosa si potrà fare: il caso della Liguria

Sulla scia di tutto questo una settantina di sindaci liguri ha sottoscritto un documento con cui invita il governatore Giovanni Toti a non disporre nuove ordinanze nella gestione della Fase 2 «privilegiando realismo e senso di responsabilità». A firmare i primi cittadini di Savona Caprioglio e Imperia Scajola. «In linea con quanto affermato dal presidente di Anci Decaro, che ha giustamente stigmatizzato il ‘protagonismo regionale’» essi ribadiscono «la necessità di una coerenza istituzionale tra le decisioni dello Stato e degli Enti territoriali». leggi anche l’articolo —> Sassuolo, anziana multata perché fa elemosina, interviene Caritas: «Povertà non può essere una colpa»