Vai al contenuto

Fase 2, Lombardia e Piemonte potrebbero essere costrette a tenere i confini chiusi anche dopo il 3 giugno

26/05/2020 11:47

Fase 2. Dal 3 giugno sarà permesso spostarsi tra una Regione e l’altra. In Lombardia e in Piemonte, però, si sta valutando l’idea di non riaprire i confini a causa delle proteste sollevate dagli altri governatori che hanno dichiarato di essere pronti, eventualmente, a imporre la quarantena per tutti coloro che arriveranno da quelle zone. In particolare, a minacciare di vietare l’ingresso nei propri territori sono le Regioni del Centro Sud, capitanate dalle due isole: Sardegna e Sicilia.

>>Leggi anche: Fase 2, 60mila assistenti civici a controllare le città italiane: i costi dell’operazione

Fontana mascherine

Fase 2, Lombardia e Piemonte potrebbero non riaprire i confini il 3 giugno

“Velocità diverse concordate con i governatori”, hanno dichiarato da Palazzo Chigi. Le polemiche sulle riaperture, infatti, non sono mancate. La diversità di contagi tra un territorio e l’altro preoccupa i governatori, che sono pronti a eventuali misure straordinarie. “Il numero dei nuovi contagiati continua a scendere, se i dati del monitoraggio di venerdì saranno buoni come ci aspettiamo troveremo una soluzione che vada bene a tutti”, spiegano dal ministero della Salute. Quindi se dovessero esserci alcuni punti critici, è possibile che si possa andare verso un posticipo dell’apertura dei confini di alcune regioni come la Lombardia, il Piemonte e forse anche l’Emilia Romagna. Si parla di una settimana in più, o addirittura due.

Le due regioni che minacciano di più la chiusura a lombardi e piemontesi sono proprio la Sardegna e la Sicilia, le stesse che continuano a insistere sulla proposta di un passaporto sanitario e di un patentino di immunità per chi vuole sbarcare nelle due isole. Venerdì mattina dovrà arrivare l’esito del monitoraggio del ministero della Salute per assegnare a ogni regione il livello di rischio rispetto all’epidemia da Coronavirus. Verranno calcolati il numero dei tamponi effettuati, quello dei malati, dei guariti, dei deceduti e la tenuta delle strutture sanitarie. Sulla base dell’esito il governo dovrà decidere se riaprire i confini delle regioni il prossimo 3 giugno, o aspettare ancora qualche settimana. Tra le ipotesi, c’è anche quella di procedere in maniera diversificata tra i territori.

fase 2 spostamenti

Il passaporto sanitario richiesto da Sicilia e Sardegna non esiste

Potrebbe quindi essere ritardata la piena libertà di spostamento. Intanto, Giuseppe Ippolito, direttore Scientifico dell’Inmi Lazzaro Spallanzani di Roman, durante la trasmissione Agorà, ha spiegato che oggi le patenti di immunità e i passaporti sanitari non esistono. Anche se le due isole pensano di sì. “I test non funzionano tutti alla stessa maniera. Questo patentino di immunità, come ha spiegato l’OMS, non esiste. Noi lo abbiamo detto da sempre come comitato tecnico-scientifico. I test sono utili a fini epidemiologici. E poi dietro c’è un affare privato miliardario: un test sierologico si paga e bisogna pagare anche il tampone. Viviamo in Italia e bisogna avere un prezzo politico concordato. Chiunque prema per fare test molecolari di popolazione non conosce l’epidemiologia”, ha sottolineato Ippolito. >>Tutte le notizie di UrbanPost