Fringe Benefit è un termine che riguarda il welfare aziendale, ovvero l’insieme di aiuti, benefici e vantaggi che un’azienda offre ai collaboratori come integrazione al reddito, alla motivazione e alla produttività.
In questo articolo scopriremo in modo dettagliato proprio cosa sono i fringe benefit e lo faremo tenendo conto delle principali novità incorse grazie al Decreto Legge Aiuti Bis. Prima di cominciare chiariamo da subito che “Fringe Benefit” tradotto letteralmente, significa “vantaggi marginali” ma tale tradizione non rende bene l’idea del valore di questi strumenti di welfare. Difatti i questi benefit sono compensi erogati sotto forma di beni e servizi e si differenziano in base alle modalità di erogazione.
Cosa sono i fringe benefit?
Non sono altro che benefici aziendali previsti dal Codice Civile, dal Testo Unico Imposte e Redditi e dai piani di welfare aziendale. In altre parole sono benefici concessi alle persone attraverso varie modalità che spaziano dall’auto aziendale ai buoni acquisto passando per assistenza sanitaria, polizze assicurative, prestiti, acquisti di azioni, alloggi e così via.
I benefici ed i vantaggi dei Fringe Benefit
I vantaggi dei Fringe Benefit sono molteplici: innanzitutto aiutano le persone a migliorare la qualità della loro vita anche fuori dal posto di lavoro. Questo si ripercuote positivamente anche sulla produttività perché, dopotutto, una vita serena permette di affrontare in modo più positivo anche i momenti di concentrazione e di duro lavoro.
Al tempo stesso sono beni materiali tangibili con i quali le persone si sentono più gratificate e ascoltate sul posto di lavoro mentre, per le aziende, tali benefici costituiscono un’integrazione al reddito non tassabile.
La convenienza di questi strumenti è indubbia proprio perché aiuta organizzazioni, aziende e liberi professionisti a vivere il lavoro attraverso un punto di vista orientato al welfare. La qualità di un ambiente di lavoro, dopotutto, assume sempre più rilevanza in una società globale che ha vissuto periodi di grandi restrizioni e un cambiamento epocale avvenuto soprattutto con l’exploit dello smart working.
Il Decreto Legge Aiuti Bis
Il Decreto Legge 115 2022, il cosiddetto Decreto Aiuti Bis, ha previsto una maggiore soglia di non imponibilità, aumentata oggi fino a 600 euro di beni ceduti dai precedenti 258,23 euro. Questo vantaggio permette al lavoratore di beneficiare di queste prestazioni integrative del reddito senza alcuna tassazione IRPEF, il che risulta conveniente anche per le aziende che decidono di adottarli.
Tale somma non riguarda gli ulteriori duecento euro erogabili da organizzazioni e aziende per aiutare i collaboratori e le risorse a far fronte all’acquisto di carburante, supportandoli a migliorare il loro potere d’acquisto in un periodo storico piuttosto complesso.
Quindi il Decreto Legge Aiuti Bis ha voluto insistere sulla grande utilità di questi benefici perché ha compreso, come tantissime aziende e liberi professionisti, che la qualità della vita delle persone non dipende solo dal reddito monetario. Il potere d’acquisto, la possibilità di acquistare beni di consumo in totale tranquillità e, quindi, di vivere una vita più dignitosa permette alle persone di vivere meglio il lavoro e, quindi, sentirsi più stimolate, partecipi e produttive.