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Gas russo, Cingolani illustra il piano del governo per sostituirlo: rincari e strategie

02/04/2022 12:30 - Aggiornamento 02/04/2022 12:43

Interruzioni della fornitura di gas russo? Razionamenti? Se Mosca chiudesse oggi i rubinetti non ci sarebbero problemi. L’ha spiegato in un’intervista al «Corriere della Sera» il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani: «A differenza di altri Paesi, noi siamo in preallerta da un mese. Significa che monitoriamo giorno per giorno l’andamento delle forniture di gas. E al momento il gas continua ad arrivare regolarmente, persino superiore ad un anno fa», ha rassicurato. Ovviamente c’è sempre una guerra in corso, star tranquilli non si può: «Diverso è monitorare la situazione. Avere ben presente le azioni in caso di emergenza. Compito di un governo è esattamente questo», ha detto. «Con il conflitto e le speculazioni la situazione è peggiorata e quindi abbiamo proposto poi un price cap europeo, un meccanismo di compensazione per attutire gli effetti del caro energia e della speculazione su imprese e famiglie». 

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draghi Cingolani

Gas russo, Cingolani illustra il piano del governo per sostituirlo: rincari e strategie

«Noi acquistiamo gas per il 95% del nostro fabbisogno. Il 40% arriva da Mosca. È chiaro che il problema esiste. E che dobbiamo diversificare. Aumentare cioè il numero di chi ci vende gas. Come avete visto stiamo facendo accordi in questi giorni con molti altri Paesi. Abbiamo poi 5 grandi gasdotti (dai due in Sicilia a quello pugliese) che ci permettono di avere gas da zone del mondo diverse…», ha spiegato Cingolani. «Noi abbiamo tre rigassificatori, alcuni lavorano a metà della loro capacità, quindi possono produrre più gas. Stiamo trattando per acquistarne altri due galleggianti. Per avere un’idea, solo loro possono fornirci 10 miliardi di metri cubi all’anno a fronte di un consumo totale del Paese di oltre 70 miliardi di metri cubi. Possiamo inoltre aumentare leggermente il prelievo di gas dai nostri giacimenti esistenti per ulteriori (circa) 2 miliardi di metri cubi», ha detto il ministro, illustrando il piano del governo. E i tempi non saranno nemmeno così lunghi: «Già entro quest’anno avremo una buona diversificazione e se tutto va bene entro due o tre anni saremo completamente indipendenti dalla Russia», ha chiarito il ministro del governo Draghi. Insomma «stiamo comprando gas per riempire le nostre riserve, gli stoccaggi sono buoni e si va verso la stagione più calda. Per arrivare a razionamenti la situazione dovrebbe precipitare», ha chiarito.

Cingolani gas russo

Sul fronte delle rinnovabili ci sono novità incoraggianti

Garantire la sicurezza di un Paese da un punto di vista energetico è oggi ancora più importante. Anche sul fronte delle rinnovabili ci sono novità incoraggianti: «Abbiamo appena concluso un’asta da 1,8 gigawatt di rinnovabili e, grazie al decreto Semplificazioni, in Consiglio dei ministri abbiamo sbloccato molti impianti fermi per problemi autorizzativi arrivando in tre mesi a un totale di quasi 3 gigawatt, più di quanto fatto nei due anni precedenti. Tanto per intenderci 3 Gw servono i bisogni energetici di una città come Milano. Abbiamo liberalizzato completamente la posa di impianti fino a 200 kilowattora da mettere su tetti, giardini», ha detto Cingolani.

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Gas russo, Cingolani: «Abbiamo iniziato un lungo percorso virtuoso grazie al Pnrr»

La rotta è tracciata: «Sugli investimenti in circolarità siamo molto avanti. Il biodiesel, l’idrogeno, il ciclo dei rifiuti, l’agro-fotovoltaico, le comunità energetiche e gli investimenti sulla rete elettrica smart sono tutti tasselli di un quadro generale che deve portarci alla riduzione della CO2 del 55% entro il 2030. Oggi abbiamo il problema del gas ma da qui ai prossimi 10 anni dovremo gestire il phase out del gas e creare le infrastrutture necessarie affinché le rinnovabili siano davvero efficaci, a cominciare dagli degli accumuli perché non sempre c’è il sole o il vento. Anche la rete di distribuzione elettrica dovrà essere intelligente per gestire flussi discontinui e sistemi di accumulo diversi». Al «Corriere della Sera» Cingolani è parso soddisfatto: «Abbiamo iniziato un lungo percorso virtuoso grazie anche al Pnrr, ma non ci sono soluzioni semplici e pronte, questo deve essere detto chiaramente. E se saremo capaci di sfruttare questa crisi per accelerare il cambiamento…». Leggi anche l’articolo —> Guerra del grano, la Russia taglia la spedizione ad Europa e Usa: le ricadute per l’Italia

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