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Guerra del grano, la Russia taglia la spedizione ad Europa e Usa: le ricadute per l’Italia

02/04/2022 08:58 - Aggiornamento 02/04/2022 09:08

Putin cerca di usare tutte le armi che può. Dopo aver inasprito i toni sul gas, Mosca minaccia anche la guerra del grano. “Venderemo cibo e prodotti agricoli solo ai Paesi amici”, ha scritto su Telegram il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Medvedev, spiegando che i prodotti alimentari sono appena sufficienti per il Paese. “Forniremo cibo e raccolti solo ai nostri amici (fortunatamente ne abbiamo molti, e non sono in Europa e Nord America). Non forniremo invece i nostri prodotti agricoli ai nostri nemici, da cui non compreremo nulla”, detto l’ex presidente.

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Guerra del grano, la Russia taglia la spedizione a Ue e Stati Uniti: le ricadute per l’Italia

Quali conseguenze per noi? Coldiretti ha spiegato che l’Italia “lo scorso anno ha importato dal Paese di Putin circa 153 milioni di chili di grano, dei quali 96 milioni di chili di tenero per la panificazione e 57 milioni di chili di duro per la produzione di pasta”. E ancora: “La Russia è diventato il principale esportatore mondiale di grano mala dipendenza dell’Italia risulta limitata con appena il 2,3% del totale del grano importato dall’estero, tra duro e tenero. A preoccupare l’Italia sono soprattutto le difficoltà nelle semine primaverili di cereali in Ucraina che saranno praticamente dimezzate su una superficie di 7 milioni di ettari rispetto ai 15 milioni precedenti all’invasione della Russia, che sta bloccando anche le spedizioni dai porti del Mar Nero”, ha rimarcato l’associazione.

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Il report di Coldiretti: le conseguenze per l’Italia

L’Italia importa circa la metà del mais di cui ha bisogno per oltre 6 milioni di tonnellate provenienti soprattutto da Ungheria 30% (1,85 milioni di tonnellate), Slovenia 13% (780 mila tonnellate) e appunto Ucraina (770 mila tonnellate), secondo lo studio Divulga, riferito dall’«Agi». Senza contare che tra pochi mesi inizierà la raccolta del grano seminato in autunno in Italia, dove secondo l’Istat si stimano 500.596 ettari a grano tenero per il pane. Tra l’altro, sappiamo che è partita una prima spedizione di migliaia di tonnellate di mais dall’Ucraina attraverso il treno diretto ai confini ovest con i porti del Paese che rimangono bloccati per via dell’invasione russa.

“In questo contesto è importante il via libera dell’Unione Europea alla semina in Italia di altri 200 mila ettari di terreno per una produzione aggiuntiva di circa 15 milioni di quintali di mais per gli allevamenti, di grano duro per la pasta e tenero per la panificazione, necessari per ridurre la dipendenza dall’estero”, ha detto sempre il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

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Grano, nuova minaccia della Russia, Gentiloni: «Effetti sui prezzi. A pagare i Paesi più in difficoltà»

“Si tratta di un quantitativo che nel medio periodo può aumentare di almeno cinque volte con la messa a coltura di un milione di ettari lasciati incolti per la insufficiente redditività, per gli attacchi della fauna selvatica e a causa della siccita’ che va combattuta con investimenti strutturali per realizzare piccoli invasi che consentano di conservare e ridistribuire l’acqua”, ha specificato sempre Prandini. Parole rassicuranti anche dal commissario Ue per gli Affari economici e monetari Paolo Gentiloni. La minaccia russa di tagliare le forniture alimentari di grano “non ha conseguenze per la sicurezza alimentare dell’Europa. Ma può avere conseguenze sui prezzi e a pagare sarebbero i Paesi più in difficoltà, per esempio in Africa, dove ci sono carestie e problemi di sicurezza alimentare”, ha detto l’ex premier. Leggi anche l’articolo —> Odore di golpe a Mosca: tutta la verità nella lettera di un agente segreto russo

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