Da quel maledetto 14 agosto 2018 il presidente del consiglio Giuseppe Conte è venuto molte volte a Genova per seguire con passione e impegno dapprima l’emergenza, poi la ricostruzione seguita al crollo del Morandi, in cui persero la vita 43 persone. Nel tardo pomeriggio di ieri, 3 agosto 2020, l’inaugurazione del Ponte San Giorgio, ideato da Renzo Piano, nato sulle ceneri del precedente. Dolore, misto a speranza. Pioggia battente, come se la città piangesse: qualche istante dopo però l’arcobaleno. Una giornata densa di emozioni per Genova, soprattutto per i familiari delle vittime, che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto vedere prima dell’evento, svoltosi in maniera molto sobria. «Ci tenevo a incontravi prima della cerimonia del Ponte per sottolineare pubblicamente e in maniera evidente che la ferita non si riemargina, che il dolore non si dimentica e che la solidarietà non viene meno in alcun modo. E condivido la vostra scelta di vederci in prefettura e non sul ponte non perché” l’inaugurazione “non sia importante. Lo è per la città naturalmente. Ma perché quest’incontro è un’occasione raccolta, non di frastuono», ha sottolineato Mattarella. Poi il discorso toccante di Conte che ha voluto citare Piero Calamandrei.
leggi anche l’articolo —> “Crêuza de mä” per l’inaugurazione del Ponte di Genova, Vasco Rossi: «Mi sono immerso in un mare di sapori»
Genova San Giorgio, Conte cita Piero Calamandrei: «Il ponte simbolo di unità e fiducia»
Con la lettura dei nomi delle 43 vittime del ponte Morandi l’inaugurazione del San Giorgio è entrata nel vivo. «Non siamo qui per tagliare un nastro, e forse non è neanche facile abbandonarsi a intenti celebrativi. È ancora troppo acuto il dolore della tragedia, che si è consumata in questo luogo. Il nostro pensiero e il nostro cuore sono alle vittime e ai loro familiari che continuano a mantenere vivo e fecondo il loro ricordo. Questo Ponte ci restituisce un’immagine di forza e anche di leggerezza. Un’opera mirabile frutto del genio italico, di una virtuosa collaborazione tra politica, amministrazione locale, impresa e lavoro», ha sottolineato il premier Giuseppe Conte, che ha voluto rendere omaggio nel suo discorso Piero Calamandrei.
«Nel 1945 fondò la rivista Il Ponte e l’intento di questo grande giurista e grande protagonista dell’opera di ricostruzione morale e culturale del Paese nel dopoguerra era offrire un ponte culturale che si ergesse sulle macerie in cui versava il Paese», ha ricordato il presidente del Consiglio. «Calamandrei scrisse ‘il nostro programma è già tutto nell’emblema della copertina’, perché l’uomo che torna ad attraversare il ponte simboleggia la vita che torna al suo corso dopo una profonda crisi, e anche il Genova San Giorgio ha questa funzione, creare unità e generare nuova fiducia per riavvicinare i cittadini di Genova, della Liguria e dell’Italia intera alle istituzioni e allo Stato», ha proseguito Conte.
Chi era Piero Calamandrei, politico, avvocato e accademico fiorentino, tra i fondatori del ‘Partito D’Azione’
Piero Calamandrei è stato un politico, avvocato e accademico italiano, nonché uno dei fondatori del Partito d’Azione. Nato a Firenze il 21 aprile del 1889, Piero Calamandrei si laureò in legge a Pisa nel 1912. Tre anni dopo fu nominato per concorso professore di procedura civile all’Università di Messina; nel 1918 venne chiamato all’Università di Modena, poi a quella di Siena e nel 1924 alla nuova Facoltà giuridica di Firenze, dove ha tenuto fino alla morte la cattedra di Diritto Processuale Civile. Partecipò alla Grande Guerra come ufficiale volontario combattente nel 218° reggimento di fanteria e ne uscì col grado di capitano, per poi essere promosso tenente colonnello. Subito dopo l’avvento del fascismo fece parte del consiglio direttivo dell’«Unione Nazionale» fondata da Giovanni Amendola.
Ponte di Genova San Giorgio, Conte rende omaggio ad uno dei pochi professori che non ebbe né chiese la tessera durante il ventennio fascista
Durante il ventennio fascista Calamandrei è stato uno dei pochi professori che non ebbe né chiese la tessera. Nel 1941 aderí a «Giustizia e Libertà» e nel 1942 fu tra i fondatori del Partito d’Azione. Assieme a Francesco Carnelutti e a Enrico Redenti fu uno dei principali ispiratori dei Codice di procedura civile del 1940. Presidente del Consiglio nazionale forense dal 1946 alla morte, fece parte della Consulta Nazionale e della Costituente in rappresentanza del Partito d’Azione.
Ha partecipato attivamente ai lavori parlamentari come componente della Giunta delle elezioni della commissione d’inchiesta e della Commissione per la Costituzione. Come si legge nella sua biografia ufficiale online, a cura della Rivista “Il Ponte”, da lui fondata nel ’45, Calamandrei è stato Accademico nazionale dei Lincei, direttore dell’Istituto di diritto processuale comparato dell’Università di Firenze, direttore con Carnelutti della «Rivista di diritto processuale». È morto a Firenze nel 1956. Leggi anche l’articolo —> Ponte di Genova, Renzo Piano: «È figlio di una tragedia, amatelo e durerà mille anni»