Chi è Valerij Gerasimov, l’uomo ombra di Putin? Classe 1955, originario di Kazan, è il capo di Stato maggiore generale delle forze armate e viceministro della Difesa della Federazione russa. Ora sta coordinando le esercitazioni congiunte che potrebbero essere l’anticamera di un’invasione in Ucraina. È quello, come scrive Marta Ottaviani su «Formiche», che si potrebbe definire “un bravo e onesto soldato”, votato a proteggere il suo Paese. In rarissime occasioni si è mostrato senza la divisa; nessuno l’ha mai visto sorridere. Ha assistito alla dissoluzione dell’Unione Sovietica, al rapido cambiamento del quadro geopolitico. Ed è tra le pieghe di questi due elementi che si anniderebbe il suo desiderio di rivalsa e il piano di rilanciare la Russia.
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Chi è il generale Gerasimov, l’uomo ombra di Putin: l’«arma» più pericolosa in mano allo zar
Appartenente ad una famiglia operaia, il generale Valerij Gerasimov, a soli 15 anni, è entrato nella Scuola militare di Suvorov. Da lì una carriera sfolgorante: nel novembre del 2012 lo hanno scelto per la più alta carica militare in Russia. “Il capo di Stato maggiore generale delle forze armate russe non solo ingloba responsabilità che, ad esempio negli Stati Uniti, sono divise tra segretariato della Difesa e Comandi combattenti unificati. Ma è anche il supervisore del famigerato Gru, i servizi militari. La sua missione principale è quella che i russi definiscono predvidenie, o ‘previsione’: la definizione e lo sviluppo della teoria e pratica della guerra futura”, si legge in un articolo uscito su «Repubblica». L’annessione della Crimea in Russia è considerata uno dei “capolavori” di Gerasimov. Interessante per “inquadrare” il personaggio il libro di Marta Ottaviani “Brigate Russe”. L’autrice mette a punto un ritratto ben preciso dell’uomo di fiducia di Putin.
In cosa consiste il «metodo Gerasimov»
«Formiche» ne ha pubblicato un estratto, in cui è evidente come il generale nel giro di poco sia stato come avvolto da una nube, come dire, leggendaria. Gli hanno attribuito meriti, doti, alcune anche sovrumane. Elogi, che, in tutta franchezza, bisogna guardare con sospetto. “Nel febbraio 2013, sulla rivista settimanale Voenno Promyshlennyj Kur’er, specializzata in geopolitica e difesa, fu pubblicato un articolo dal titolo Cennost’ nauki v predvidenii, che in italiano è traducibile come ‘Il valore della scienza nella previsione”. A firmarlo è il Valerij Vasil’evič Gerasimov, capo di stato maggiore generale delle Forze armate russe, la carica più alta in ambito militare”.
Al momento della sua pubblicazione i più hanno ignorato l’articolo. Poi però, non si sa bene come, un anno dopo, in seguito alle operazioni russe in Ucraina, il contributo di Gerasimov è balzato agli onori delle cronache, “diventando oggetto di studio dagli analisti di mezzo mondo, che iniziarono ad attribuirgli una valenza profetica. Come se il militare di alto grado, 12 mesi prima, avesse previsto cosa sarebbe successo fra Mosca e Kiev. Da numero uno delle forze armate russe, il generale fu descritto da alcuni quasi come un veggente visionario”.
La crisi dell’Ucraina pretesto per colpire l’Occidente?
Come scrive Marta Ottaviani nel suo libro la figura di Gerasimov è stata talmente mitizzata che in “tutto l’ambiente geopolitico e di difesa si iniziò a parlare della cosiddetta ‘dottrina Gerasimov’, nome che gli è rimasto impresso addosso. Nonostante i fiumi di inchiostro spesi per ricollocare la personalità e l’opera nella giusta prospettiva”. Il padre di questa definizione è stato Mark Galeotti, uno studioso di primo piano nel Paese. Lo stesso ha cercato di rimediare alla sua ingenuità con un articolo pubblicato su «Foreign Policy», ma niente da fare. Col tempo la dottrina Gerasimov è andata sempre più a configurarsi come una strategia per colpire l’Occidente. Un piano che alla base vede una “guerra ibrida” che la Russia non avrebbe affatto timore di affrontare. Come ha teorizzato l’analista Charles Bartles, Gerasimov si servirebbe “di forze convenzionali non dichiarate, cosacchi, compagnie militari private (come Wagner), gang di motociclisti (come i Lupi della Notte), Ong sponsorizzate da Mosca, troll e cyberguerrieri”. Per questo c’è da averne paura. Leggi anche l’articolo —> Russia Ucraina, quali sono i motivi della crisi e la posizione degli Usa