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Russia Ucraina, quali sono i motivi della crisi e la posizione degli Usa

14/02/2022 15:53 - Aggiornamento 14/02/2022 16:02

Russia Ucraina, quali sono i motivi di una possibile guerra – Lo scontro tra Kiev e Mosca si fa sempre più esasperato, preoccupante. Secondo indiscrezioni che arrivano dalla Cia, la Russia potrebbe invadere l’Ucraina il prossimo 16 febbraio. Ma quali sono le vere ragioni del braccio di ferro tra i due paesi? Perché gli Usa hanno alzato così tanto la tensione negli ultimi giorni? Il nodo Ucraina è tutto legato all’eventuale ingresso di Kiev nella Nato. Una possibilità che la Russia respinge, anche perché si ritroverebbe senza i cosiddetti «stati cuscinetto». In realtà però le ragioni dell’escalation sono da trovare nel passato. Andiamo con ordine.

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Russia Ucraina, quali sono i motivi della crisi

A febbraio del 2014, l’Ucraina ha cacciato il presidente filorusso Viktor Yanukovich, instaurando un governo ad interim filoeuropeo non riconosciuto da Mosca. Di tutta risposta il presidente Putin ha annesso la Crimea e incoraggiato la rivolta dei separatisti filorussi nel Donbass, regione nel Sudest del Paese. Soprattutto le generazioni più giovani però spingono l’Ucraina verso l’Europa, unite nel nome dell’attuale presidente Volodymyr Zelensky, eletto nel 2019. Per avere tuttavia un quadro della situazione ancora più chiaro bisogna fare un altro passo indietro. Il presidente russo ha fatto capire che il suo Paese ha una sorta di «diritto storico» sull’Ucraina, che faceva parte dell’Unione Sovietica fino al collasso del 1991. Putin l’ha anche scritto apertamente in un lungo articolo pubblicato lo scorso anno. Allora senza mezzi termini asserì che Russia e Ucraina potevano considerarsi «una nazione» e che il crollo dell’Urss è stata «la più grande catastrofe geopolitica», assieme alla perdita della repubblica orientale. Una storia complessa quella dell’Ucraina, che condivide con la Russia un confine di oltre 2.200 chilometri, concentrati in una posizione strategica dal punto di vista economico e geopolitico. Lo stesso termine “Ucraina” indica una traccia, una terra di confine. Al momento solo il 6% dei confini russi toccano Paesi della Nato.

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Vecchie ruggini: le origini del braccio di ferro tra Mosca e Kiev, bisogna andare indietro, al 1991

Il Cremlino vuole mantenere la sua sfera d’influenza nell’area, e pretende che la Nato rinunci alle sue attività nell’Est Europa, tornando alla situazione del 1997. Da allora sono diventati membri dell’Alleanza atlantica Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia, Slovenia, Albania, Croazia, Montenegro e Macedonia del Nord. Putin non vuole che a questo gruppo si unisca anche l’Ucraina. Già dal 2008, in seguito al summit di Bucarest, Kiev stava lavorando per entrare nell’Alleanza atlantica, che non può però accettare nuovi membri già coinvolti in conflitti. Senza contare che per l’ingresso l’Ucraina ha bisogno di intraprendere un percorso di riforme politiche e militari. Capite ora il perché di tanto livore? Mosca in queste settimane ha accusato la Nato di riempire l’Ucraina di armi e gli Usa di soffiare sul fuoco. A rendere il clima incandescente lo spostamento delle truppe all’interno del territorio nazionale, che Putin ha giustificato tirando in ballo le esercitazioni militari al confine.

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Russia Ucraina, i motivi della crisi: Ue e Cina sullo sfondo

Perché gli Usa si interessano tanto all’Ucraina? Come scritto da Giuseppe Sarcina sul «Corriere della sera» «il presidente americano non ha cercato lo scontro con i russi: la sua agenda era un’altra. Biden è convinto che la crisi ucraina sia piena di rischi anche sul versante della politica interna. Il motivo è molto semplice. Se Putin bluffa o alla fine si arriva a un accordo, saranno in molti a rivendicarne i meriti. Ma se il leader russo attacca e paralizza mezzo Occidente, allora tutti chiameranno in causa le responsabilità, la ‘debolezza’ di Biden. All’inizio del 2021 l’Amministrazione Usa pensava di poter ‘stabilizzare’ le relazioni con il Cremlino, offrendo collaborazione sul terrorismo e un piano graduale di disarmo. Oggi è costretta, suo malgrado, a dover aggiornare la linea politica, preparandosi a uno scontro con Mosca da anni Sessanta. La Casa Bianca, inoltre, non vuole farsi trovare impreparata a nessun livello, a costo di apparire allarmista. Ecco perché, tra l’altro, sta sollecitando i cittadini americani a lasciare Kiev: non si devono ripetere le disastrose e umilianti scene di panico viste a Kabul nell’agosto scorso». Anche l’Europa è preoccupata per quanto sta accadendo ovviamente, teme le conseguenze di una guerra. L’Occidente vorrebbe ripartire dagli Accordi di Minsk, il cessate il fuoco firmato da Russia e Ucraina nel 2015 che prevedeva anche le elezioni nelle regioni separatiste e il ritiro delle forze di Putin. Se da un lato c’è l’Ue, dall’altro vi è la Cina, che sta guardando con attenzione le mosse dell’Occidente.

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Posta in gioco alta, ecco perché

Per quale motivo la posta in gioco è alta? Perché l’Ucraina rappresenta oggi il conflitto sempiterno tra democrazia e regimi totalitari. «C’è una ragione fondamentale per cui gli Stati Uniti e il resto del mondo democratico dovrebbero sostenere l’Ucraina nella sua battaglia contro la Russia di Putin», le parole di Francis Fukuyama su «American Purpose». «L’Ucraina è una vera democrazia liberale, anche se in difficoltà. La popolazione è libera, in un modo in cui i russi non lo sono. Possono protestare, criticare, mobilizzarsi e votare. Per questo Putin vuole invadere l’Ucraina: la vede come una parte integrante della Russia, ma sopratutto ne teme la democrazia che può proporre un modello ideologico alternativo per il popolo russo».

biden Putin