Gerry Scotti spegne oggi, 7 agosto 2021, 65 candeline. E da oggi, suo malgrado, il conduttore televisivo e radiofonico riceverà il vitalizio per la sua breve carriera in politica tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90. Suo malgrado, sì, perché nonostante Scotti abbia provato a rinunciare a questa speciale pensione, non vi è la possibilità di farlo.
Gerry Scotti vitalizio
All’inizio degli anni Ottanta Gerry Scotti iniziò la sua militanza politica. L’esordo arrivò nel 1987, quando entrò nel collegio di Milano alla Camera dei deputati tra le file del Partito Socialista Italiano di Bettino Craxi. L’esperienza di deputato durò cinque anni, fino al 1992, e per questo il personaggio televisivo si qualifica idoneo a ricevere un vitalizio di 1400 euro al mese, a partire dal compimento dei suoi 65 anni di età. Già negli ultimi anni Gerry Scotti è stata una delle voci pubbliche più critiche rispetto al vitalizio, chiedendo alla politica di poter rinunciare alla somma mensile.
La discussione con Matteo Renzi
L’amato conduttore ne aveva parlato alla trasmissione radiofonica Un giorno da pecora, confessando di essersi rivolto nel 2014 all’allora Presidente del Consiglio Matteo Renzi. “Renzi? Con lui abbiamo ‘in sospeso’ una vecchia storia, quella della pensione… Ha detto che ci pensava lui. Lui disse ‘Ci penso io, stai sereno!’ Poi è sparito, adesso non so più a chi telefonare. Però mi ha detto che prima o poi si attuerà un provvedimento per cui chi vuole rinunciarci dovrà solo firmare la rinuncia, punto e basta. Tutti mi hanno detto: ‘Che te frega, tienitelo’. Vorrei che mi si dia la possibilità di rinunciare, il problema è che tutti gli altri non sono d’accordo, e ce ne sono di miliardari in pensione“.
La promessa di Matteo Renzi si concluse infatti con un nulla di fatto, lasciando Gerry Scotti scontento, ma deciso a devolvere la somma ricevuta in beneficenza. “Preferirei non riceverli, vorrei che andassero direttamente a un ente benefico da me richiesto“, aveva concluso il presentatore ai microfoni di Radio 1. In particolare, il conduttore aveva deciso già diversi anni fa che avrebbe devoluto il suo vitalizio alle famiglie che hanno perso un congiunto sul posto di lavoro. Il problema evidenziato dalla vicenda di Gerry Scotti resta una questione, purtroppo, inascoltata: “Vorrei che si desse uno strumenti a quanti hanno avuto a che fare con incarichi di Stato, per la Repubblica, e che vogliano rinunciare alla propria indennità.”
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Vitalizio a Gerry Scotti per la sua carriera in Parlamento
Scotti parla molto raramente della sua esperienza politica e quelle poche volte che lo fa non nasconde che per lui è stata un’esperienza negativa, non avendola potuta svolgere al meglio e non avendone ricavato stimoli. Durante il suo mandato parlamentare, infatti, si fece notare soprattutto per le assenze. A proposito di quegli anni, Scotti ha raccontato: “Mi affidarono le questioni giovanili e io presi la cosa talmente sul serio che cominciai a tempestare la Camera di proposte su proposte. Rimasero tutte inascoltate, lettera morta. Così non mi ricandidai e tornai alla tv”. Infatti Scotti presentò in totale nel suo mandato 33 progetti di legge, di cui 26 solo nel 1987, il suo primo anno in Parlamento, e firmò 24 atti di indirizzo e controllo. >> Tutte le notizie di gossip