Il 2020 per il Movimento 5 Stelle è iniziato con una notte di Capodanno “dei lunghi coltelli”. A farne le spese, con l’espulsione, il senatore Gianluigi Paragone, tra le voci più critiche di quel Movimento, le cui idee aveva sposato nel 2018 dopo un convinto percorso ideale. Paragone da tempo critica apertamente la leadership di Luigi Di Maio, accusato di “tradire” gli ideali che portarono il Movimento al 33% dei consensi alle politiche del 2018. Gianluigi Paragone, come aveva annunciato da tempo, non ha votato la legge di Bilancio 2020. E’ stata questa la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, portando alla sua espulsione dal M5S per mano del “collegio dei probiviri”.
Gianluigi Paragone, l’anima critica del Movimento
L’espulsione di Paragone è l’ennesimo autogol per Di Maio? Pare proprio di sì. Anche se nelle ultime ore si è scatenata la consueta propaganda social a difesa delle decisioni del capo politico M5S, questa volta l’obiettivo è diverso. Paragone è molto amato da una parte del Movimento, quella più attenta al rapporto con i cittadini e più distante dalle questioni di palazzo. Quella parte dei pentastellati che ha ancora ben presente quali siano i valori fondanti del Movimento: vicinanza ai cittadini, lotta senza quartiere alle ingiustizie sociali, alle truffe del sistema bancario, la critica all’Europa che penalizza invece che aiutare la crescita del nostro paese.
La difesa di Alessandro Di Battista
“Sono stato espulso dal nulla… Una volta c’era il 33%, ora…”. Gianluigi Paragone ha affidato ad un biglietto scritto a mano e pubblicato su Facebook il primo commento alla sua espulsione dal Movimento 5 Stelle. Subito si è scatenato il diluvio social, pro e contro la decisione dei probiviri del M5S. Ma tutti hanno notato un commento in particolare, quello di un peso massimo di quello che fu (ormai possiamo dirlo) il Movimento 5 Stelle vincente. In difesa di Gianluigi Paragone è arrivato infatti Alessandro Di Battista, da sempre anima movimentista e critica dei pentastellati, rimasto ai margini della gestione Di Maio in posizione chiaramente dissidente seppur silenziosa.
“Gianluigi è infinitamente più grillino di tanti che si professano tali”. Inizia così il commento di Alessandro Di Battista all’espulsione dal M5S di Paragone. Poi va oltre ad un sostegno affettuoso e la faccenda si fa strettamente politica. “Non c’è mai stata una volta – scrive Di Battista – che non fossi d’accordo con lui. Vi esorto a leggere ciò che dice e a trovare differenze con quel che dicevo io nell’ultima campagna elettorale che ho fatto. Quella da non candidato, quella del 33%. Buon anno a tutti amici miei.” Insomma, se non è aperto sostegno politico questo… Staremo a vedere. Certo chi pensa in queste ore che l’espulsione di Gianluigi Paragone resterà un passaggio indolore per il Movimento 5 Stelle si sbaglia.
Intanto Paragone ha risposto al commento di Di Battista, così. “Ringrazio Alessandro Di Battista per le belle parole che usato per me, in mia difesa. Ale rappresenta quell’idea di azione e di intransigenza che mi hanno portato a conoscere il Movimento: stop allo strapotere finanziario, stop con l’Europa di Bruxelles, stop con il sistema delle porte girevoli, lotta a difesa dei veri deboli, stop alle liberalizzazioni che accomunano Lega e Pd. Io quel programma lo difendo perché con quel programma sono stato eletto. Ale lo sa”. Più chiaro di così si muore, ma Di Maio e con lui i maggiorenti del M5S hanno girato la faccia dall’altra parte. >> Tutte le news di politica italiana