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Gianluigi Paragone contro Conte: “A Natale regali solo per i poteri forti”

24/12/2020 12:16 - Aggiornamento 24/12/2020 12:24

Dopo mesi e mesi di sofferenze economiche, le chiusure di Natale fanno disperare ancora di più tutti i proprietari di partita iva, ristoranti, bar, pub, negozi. Le festività sono uno dei periodi più proficui dell’anno, e il 2020 ne avrebbe avuto più bisogno dei suoi predecessori. O almeno, sarebbero stati utili almeno dei rimborsi. Soldi che sono stati promessi, ma che non sempre sono arrivati. Soprattutto, che non hanno rispettato i tempi previsti. Per questo ieri a Roma in tanti sono scesi in piazza, a rivendicare gli annunci di Palazzo Chigi di bonus, superbonus, riduzione delle tasse e delle bollette. Al loro fianco c’era anche l’ex pentastellato Gianluigi Paragone, il quale sostiene che quest’anno il governo si sia dedicato a fare regali solamente ai “poteri forti”.

>> Leggi anche: Crisi di governo, Conte cede sulla task force per il Recovery Fund

gianluigi paragone

Gianluigi Paragone: “Regali ai poteri forti”

“Annunci di soldi, ristori, bonus e superbonus, clic day, cashback, venduti come «la» soluzione che ci voleva per ripartire e diffusi con la voce unica del Grande Fratello mediatico. In questo frullatore di tg e giornali scompaiono le notizie vere, quelle che potrebbero far aprire gli occhi ai cittadini comuni. Ne prendo tre, utili per spiegare come ai grandi soggetti arrivino i soldi veri“, ha scritto su Libero Gianluigi Paragone prima di iniziare un elenco delle promesse non mantenute dal governo. Prima di tutto l’ex grillino parla delle bollette della luce e del gas. Dopo aver sottolineato che il Movimento 5 Stelle si era impegnato, in campagna elettorale, a promettere di bloccare la fine della maggior tutela, evidenzia come “dal primo gennaio 200 mila piccole imprese dovranno avventurarsi nel mare del libero mercato, un mare dove tre grandi player si pappano poco più del 46% del mercato.”

Secondo Gianluigi Paragone, quindi, l’esecutivo avrebbe fatto un vero e proprio regalo di Natale a quelli che lui definisce “i poteri forti”. “Stanno regalando ai soliti una ulteriore platea su cui fare business. Metter fine alla maggior tutela significa, alle condizioni del Mise, regalare prelibati bocconcini a Enel, Edison, Hera e A2A, le cui offerte mirabolanti spesso nascondono sorpresine che solo con le bollette successive si vengono a scoprire”. E di chi è la colpa? “Il (fu) grillino Patuanelli in poche parole ha sacrificato le tutele dei consumatori per fare un regalo al Sistema: poco male per uno che parla con Castellucci (sistema Benetton), Elio Catania (ex tante cose, uno che Grillo chiamava «un poveraccio») e Bono (Fincantieri). Il primo beneficiario è il gruppo Enel del riconfermato Starace, che non soltanto è egemone nel libero (?) mercato ma lo è pure nel settore comunemente noto come «salvaguardia».

Cioè lo spazio di chi non sceglie o non può scegliere, le cui condizioni di tutela costeranno ancora di più. Adesso capite perché ci arrivano bollette con oneri di sistema esosi e soprattutto il Mise ha bloccato le mie proposte di drastica riduzione degli oneri di sistema”.

paragone siri

Nemmeno la questione del Montepaschi di Siena convince l’ex grillino

“Un altro esempio di «trasparenza», il governo Conte/Gualtieri ce lo offre su Montepaschi di Siena. Una banca che i cittadini italiani (anche quelli che ieri sono scesi in piazza) hanno abbondantemente pagato e coperto”, commenta Gianluigi Paragone. “Bene, il 17 dicembre scorso, Mps ha approvato il Piano strategico 2021/2025. Che cosa hanno fatto i Signori di Rocca Salimbeni? Non hanno trasmesso al mercato le linee guide del Piano, limitandosi a comunicarle al solo Ministero del Tesoro, cioé al suo primo azionista”. Tra l’altro, sottolinea l’ex grillino, il Tesoro è il primo azionista della Mps a causa della “nazionalizzazione” effettuata dall’ex ministro Padoan. “Guarda caso è il nuovo presidente di Unicredit, cioè la banca indicata dai più come prossimo acquirente Mps”.

Potrebbe essere così, come potrebbe non esserlo. Questo ancora è da scoprire. Ciò che si chiede Paragone, però, è: “Perché infatti solo il Tesoro può conoscere le linee guida del piano? E perché solo il Tesoro può accedere alla data room di Mps, cioè alla banca dati necessari per mettere sul mercato la banca senese?” >> Tutte le notizie di UrbanPost