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Giornata delle Foibe 2021, Mattarella: «Una sciagura nazionale sottovalutata»

10/02/2021 09:45 - Aggiornamento 10/02/2021 09:57

Giornata delle Foibe 2021 – Martedì 10 febbraio. Si chiamano foibe quelle cavità naturali, profonde anche centinaia di metri, che si trovano nella regione del Carso, a cavallo tra il Friuli-Venezia Giulia e le odierne Slovenia e Croazia. Subito dopo il crollo del regime fascista nel 1943 lì sono stati compiuti massacri contro la popolazione italiana per mano dei sostenitori comunisti iugoslavi del maresciallo Tito. Secondo quei partigiani tutti gli italiani erano fascisti o comunque contrari al regime comunista. Per questo motivo tanti nostri connazionali sono stati torturati e gettati sotto terra con indicibile brutalità. Tale dramma non finì con la fine della guerra, ma solo con il trattato di pace di Parigi, firmato il 10 febbraio 1947. Nel giorno del Ricordo delle Foibe e dell’esodo del gruppo giuliano il presidente della Repubblica Sergio Mattarella interverrà nell’aula dei gruppi parlamentari a Montecitorio. «Una sciagura nazionale alla quale i contemporanei non attribuirono il dovuto rilievo», ha affermato il Capo dello Stato.

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foibe Mattarella

Giornata delle Foibe 2021, Mattarella: «Una sciagura nazionale sottovalutata»

«Il  “giorno del Ricordo”, istituito con larghissima maggioranza dal Parlamento nel 2004, contribuisce a farci rivivere una pagina tragica della nostra storia recente, per molti anni ignorata, rimossa o addirittura negata. Le terribili sofferenze che gli italiani d’Istria, Dalmazia e Venezia Giulia furono costretti a subire sotto l’occupazione dei comunisti jugoslavi», ha dichiarato il presidente della Repubblica. «Queste terre, con i loro abitanti, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, conobbero la triste e dura sorte di passare,  senza interruzioni, dalla dittatura del nazifascismo a quella del comunismo. Quest’ultima scatenò, in quelle regioni di confine, una persecuzione contro gli italiani, mascherata talvolta da rappresaglia per le angherie fasciste, ma che si risolse in vera e propria pulizia etnica, che colpì in modo feroce e generalizzato una popolazione inerme e incolpevole», ha proseguito Sergio Mattarella.

Il capo dello Stato poi ha sottolineato: «La persecuzione, gli eccidi efferati di massa, l’esodo forzato degli italiani dell’Istria della Venezia Giulia e della Dalmazia fanno parte a pieno titolo della storia del nostro Paese e dell’Europa».

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Il pensiero del Capo di Stato a vittime, profughi e ai discendenti: «La loro angoscia e le loro sofferenze non dovranno essere mai dimenticate»

«Alle vittime di quella persecuzione, ai profughi, ai loro discendenti, rivolgo un pensiero commosso e partecipe. La loro angoscia e le loro sofferenze non dovranno essere mai dimenticate. Esse restano un monito perenne contro  le ideologie e i regimi totalitari che, in nome della superiorità dello Stato, del partito o di un presunto e malinteso ideale, opprimono i cittadini, schiacciano le minoranze e negano i diritti fondamentali della persona. E ci rafforzano nei nostri propositi di difendere e rafforzare gli istituti della democrazia e di promuovere la pace e la collaborazione internazionale. Che si fondano sul dialogo tra gli Stati e l’amicizia tra i popoli», ha dichiarato Mattarella. E ancora: «In quelle stesse zone che furono, nella prima metà del Novecento, teatro di guerre e di fosche tragedie, oggi condividiamo, con i nostri vicini di Slovenia e Croazia, pace, amicizia e collaborazione, con il futuro in comune in Europa e nella comunità internazionale».

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Giornata delle Foibe 2021, Zaia: «Soffermarsi in questa giornata per riflettere sugli orrori del passato è il miglior modo per apprendere il vero insegnamento della storia»

Il presidente del Veneto Luca Zaia anche ha voluto rivolgere un pensiero alle vittime dei tragici eccidi e a coloro che scelsero la via dell’esilio da Venezia Giulia, Istria e Dalmazia: «Soffermarsi in questa giornata per riflettere sugli orrori del passato è il miglior modo per apprendere il vero insegnamento della storia. Onorare chi trovò una morte orrenda nelle foibe o fu costretto a lasciare la sua terra spinto dalla violenza e dall’odio etnico. Non è e non deve essere un atto politico ma l’espressione di una memoria e una coscienza condivisa che impone il rifiuto e la condanna di qualsiasi sistema che si organizza sulla persecuzione a danno della libera e civile convivenza». Leggi anche l’articolo —> Liliana Segre compie 90 anni: «Da Auschwitz non si esce mai, è la mia vertigine»