E’ acquistabile dal 20 gennaio “Il diario di Anne Frank”, in una versione totalmente nuova. Si tratta di una graphic novel figlia dall’ingegno dello sceneggiatore Antoine Ozaman e del disegnatore Nadji, tra i più apprezzati del fumetto franco-belga. Il nuovo libro, per Edizioni Star Comics, offre un’originalissima rivisitazione di uno dei più grandi classici della letteratura della Shoah, tradotto in 70 lingue.
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Anne Frank: nuova linfa al diario
Anne Frank morì nel campo di concentramento di Bergen-Belsen. Due anni dopo la fine della guerra, suo padre Otto, sopravvissuto, fece pubblicare il libro che sarebbe divenuto una colonna portante della letteratura della Shoah, a partire dal diario tenuto dalla giovane Anne, prima della sua deportazione. “Nel giugno del 1942, Anne Frank festeggia il suo tredicesimo compleanno e non può immaginare che il potere nazista, eletto dai suoi compatrioti, la priverà presto dei suoi amici, dei suoi studi e del vento tra i capelli”. Così si legge nella quarta di copertina de “Il diario di Anne Frank” da Edizioni Star Comics. Nel libro a fumetti, il disegnatore e lo sceneggiatore restituiscono l’inquietudine di Anne, le sue speranze, la privazione delle sue libertà, sempre però rendendo la spensieratezza e i piccoli problemi quotidiani di una ragazzina alle prese con la convivenza con la sua famiglia. “Mentre scrivevo, uno degli aspetti per me più importanti era riuscire a mantenere alta la tensione della narrazione, sempre a metà tra la spensieratezza dell’adolescenza e il terrore quotidiano di chi si nasconde”, scrive Antoine Ozanam, sceneggiatore dell’opera.
Le parole dello sceneggiatore Ozanam
Intervistato da FanPage.it, lo sceneggiatore francese Ozanam ha raccontato della nascita del progetto: “Io non sono sempre a favore dell’adattare libri in graphic novel, però ho pensato che in questo caso potesse essere utile per portare questa storia a una quantità di persone più alta, raggiungendo alcuni che ancora non la conoscevano. Se il messaggio continua a essere diffuso, allora io ne sarò più che contento”.
Affrontare il tema della Shoah attraverso una graphic novel, in effetti, non era una sfida facile. “Trovare il disegnatore giusto non è stato affatto semplice. Quando ho cominciato a rifletterci, sapevo che avrei voluto un disegno “spontaneo” per rispecchiare bene il senso di un diario segreto. Volevo anche qualcosa di abbastanza sintetico, per non avere l’aspetto un po’ “freddo” che arriva dal realismo. La cosa più importante per me era rendere l’ambientazione, le sensazioni. Per fortuna, conoscevo già Nadji, e abbiamo potuto parlarne molto a lungo. Ha fatto numerose prove, prima di trovare questa sintesi, così “semplice”, perfetta per rendere l’atmosfera che cercavo. Ed era fondamentale ridurre gli effetti “cinematografici”, facendo spesso inquadrature frontali. Pochi campi e contro-campi. Penso che questo aiuti a entrare bene in sintonia con Anne e la sua famiglia”.
Il lavoro per rendere le immagini vicine alla realtà e toccare il pubblico è stato puntuale e preciso. “L’idea di vedere anche i luoghi, la planimetria della casa, del nascondiglio, rende tutto molto più concreto. Abbiamo lavorato davvero tanto sulla configurazione e l’arredamento della casa di Anne Frank (ne abbiamo fatto anche una ricostruzione 3D)”. >> Tutte le news