Quattro anni fa Giulio Regeni veniva rapito, torturato e poi ucciso in Egitto. Da quel giorno silenzio, depistaggi e reticenze sono state le caratteristiche di un omicidio tuttora irrisolto e circondato da un alone di mistero. Giulio Regeni era un ricercatore italiano dell’università di Cambridge e si trovava al Cairo proprio per studiare il ruolo dei sindacati egiziani. Una mattina è uscito di casa per raggiungere piazza Tahrir in occasione del quinto anniversario delle proteste, ma lì non è mai arrivato. Il suo corpo è stato ritrovato il 3 febbraio, nei pressi di una prigione dei servizi segreti egiziani, in un fosso lungo la superstrada tra il Cairo e Giza, seminudo e con segni evidenti di tortura. Oggi, una fiaccolata organizzata da Amnesty International unirà tutta Italia alle 19.41, l’ora dell’ultima comunicazione ricevuta da parte di Giulio.
Giulio Regeni, un caso irrisolto
Quello di Giulio Regeni è stato un omicidio politico. Se la verità processuale dovrà essere emanata in un’aula giudiziaria, influenzata dai tempi e dallo stato della democrazia di un altro Paese, quella storica la conosciamo già: Giulio è stato torturato fino alla morte. Sebbene le autorità egiziane abbiano tentato di chiudere il caso come incidente stradale, la morte per tortura di Giulio è l’unica verità che per ora è dato sapere, e questo a distanza di quattro anni è inammissibile. Per questo oggi “migliaia di luci in tutta Italia saranno pronte ad accendersi” in occasione del quarto anniversario della sua scomparsa. “Un anno fa, in oltre cento piazze, chiedevamo verità per Giulio Regeni, speranzosi che non ci sarebbe stato un altro 25 gennaio”, ha commentato Emanuele Russo, presidente di Amnesty International Italia.
“Oggi constatiamo che, nonostante le importanti rivelazioni emerse sulla dinamica dell’omicidio, l’istituzione di una Commissione monocamerale d’inchiesta e le dichiarazioni del nuovo governo Conte, pochi avanzamenti concreti sono stati compiuti nelle indagini. Nel frattempo, però, sono stati conclusi importanti accordi commerciali ed economici con l’Egitto. Torneremo in piazza a chiedere verità ad entrambi i governi, determinati a far sì che si possa, finalmente, vedere la luce”, ha concluso Russo. “25 gennaio 2016 – 25 gennaio 2020…4 anni … grazie di cuore a chi ci sta vicino…!!!!”, ha scritto invece la madre di Giulio, Paola Deffendi, su Facebook.
Giulio stava studiando, su incarico della sua Università, il mondo del lavoro in Egitto, le condizioni del lavoratori nel Paese, e per questo aveva preso contatti con varie persone del settore. Tra queste anche un sindacalista che, insospettito dalla sua indagine, prima lo ha pedinato e infine lo ha consegnato ai suoi carnefici.
Verità per Giulio Regeni
A Fiumicello, in provincia di Udine, il paese in cui Giulio è cresciuto, in occasione della fiaccolata sono attesi la famiglia del ricercatore italiano e il presidente della Camera Roberto Fico, il quale sostiene che la verità sull’uccisione di Giulio Regeni è “una questione di stato” per la quale le istituzioni devono parlare “con una sola voce. Anche quest’anno abbiamo lavorato per giungere a delle soluzioni, che però non ci sono state perché l’Egitto non comincia nemmeno un processo, nonostante la nostra procura -che sta facendo un lavoro eccezionale- abbia iscritto nel registro degli indagati cinque ufficiali della National Security egiziana. Il governo e le istituzioni devono coordinarsi per portare avanti con una sola voce questa questione che è una questione di Stato che non sarà mai abbandonata finché non otterremo i colpevoli”, ha commentato Fico. ”
“In Europa- ha ricordato il presidente della Camera- sono andato dal Presidente del Bundestag Schauble, ho portato la questione all’attenzione dell’Ue; il Parlamento europeo infatti ha poi approvato una risoluzione molto importante sull’Egitto. Quindi la questione ora è anche in Europa; questo è un passo avanti, ma dobbiamo accelerare ed io spero che il 2020 sia l’anno in cui otterremo più risultati per Giulio Regeni. In tal senso il 2020 deve essere l’anno di Giulio“. Le difficoltà che si stanno riscontrando nell’aprire un processo sulla morte di Giulio Regeni hanno fatto avanzare l’ipotesi di ritiro dell’ambasciatore italiano in Egitto: “Questa non è una decisione che attiene a me, ma al Ministro degli Esteri. E’ chiaro che è una riflessione importante perché dobbiamo avere dei risultati”, ha replicato il presidente della Camera prima di aggiungere che “il 2020 sarà l’anno di Giulio Regeni”.
Dove sono le fiaccolate
Tantissime città italiane si riuniranno per chiedere, ancora una volta, verità per Giulio Regeni: a Roma in piazza della Rotonda, davanti al Pantheon; a Torino, in piazza Castello. A Milano, in piazza della Scala; a Firenze, in piazza San Marco. A Bologna si riempirà piazza Ravegnana; a Napoli piazza del Gesù Nuovo; a Palermo piazza Pretoria; a Trieste piazza della Borsa. Alle fiaccolate hanno aderito: A buon diritto, ADI-Associazione dottorandi Italia, Aitr, Aantigone, Arci, Articolo 21, Associazione Diffondiamo Idee di Valore. E poi ancora Associazione Nazionale Giuristi Democratici, Assostampa Fvg, CGIL, Cild-Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili, Conversazioni sul futuro (Lecce), Europa Now!, Federazione Nazionale Stampa Italiana-Fnsi, GiulioSiamoNoi, Nexus Emilia Romagna, Pressenza, Rete della pace.