Che ne sarà di Giuseppe Conte? Secondo Tommaso Labate il destino suo è stato scritto tra la notte di sabato e tutta la giornata di domenica. «Vedo che siete tutti d’accordo e anche io sono convinto che sia la scelta migliore da fare per ritornare in campo subito», riporta un virgolettato di Conte ripreso da “Il Corriere della sera”. Quale è l’occasione servita su un piatto d’argento?
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Giuseppe Conte e la nuova vita dopo la “defenestrazione” da Palazzo Chigi
Scartata l’ipotesi di candidarsi a sindaco di Roma, l’avvocato Giuseppe Conte, per tornare protagonista, dopo essere stato defenestrato da Palazzo Chigi, starebbe vagliando una nuova strategia. Di che si tratta? «Sarà candidato alle elezioni suppletive della Camera, nel collegio uninominale di Siena, per il seggio lasciato vacante dall’ex ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che si è dimesso da deputato del Pd a novembre scorso dopo essere stato eletto presidente di Unicredit», scrive il “Corriere”. Una data per il voto ancora non c’è. Toccherà al governo guidato da Mario Draghi stabilirà. Il Conte bis aveva prescritto le urne aperte «entro il 31 marzo» e l’ipotesi è che tale data resti. Settimana più, settimana meno. Il due volte presidente del consiglio, ad un passo dunque dal raccogliere una sfida che gli «porterebbe sul biglietto da visita uno dei pochi titoli che gli manca: ‘Onorevole”». Il posto vacante lasciato da Padoan gli consentirebbe di rimanere dentro il gioco della politica nazionale.
Il suo «sogno» di gloria sarà guastato da Salvini, Berlusconi e Renzi? Difficile intuire quali saranno le mosse dei leader dei principali partiti. Non è escluso che uno di questi decida di presentare un candidato di disturbo, anziché scegliere di restare nel clima di solidarietà nazionale, che si respira da che Draghi ha varcato Montecitorio.
Verso la candidatura alle elezioni suppletive alla Camera
Stando al “Corriere”, “Conte ne ha parlato con Di Maio e Grillo, poi ha sottoposto la questione a Goffredo Bettini, che l’ha girata alla segreteria del Pd. Il cerchio s’è andato via via chiudendo e la decisione, domenica pomeriggio, era già bella che presa. Giusto in tempo per poter formalizzare, di fronte all’assemblea dei parlamentari pentastellati, che «no, non sarò ministro nel governo Draghi”. Insomma per Conte, che è stato due volte premier, si avvicina l’ora della prima campagna elettorale. Strada in salita? Beh, un bel banco di prova. Ma Conte non è solo. “Sarà sostenuto, oltre che da M5S e Pd, anche da Leu. Ed è possibile che sulla scheda, accanto al suo nome, appaia per la prima volta il simbolo dell’Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile, embrione della coalizione comune che verrà, prima o poi”, conclude Labate su “Il Corriere”. Leggi anche l’articolo —> Sondaggi gradimento leader, Mario Draghi supera Giuseppe Conte