Continua il totonomi sui sottosegretari al governo Draghi. I partiti discutono con le unghie e con i denti, e il Premier sta perdendo la pazienza. Per questo ha dato una deadline: domani è l’ultimo giorno per decidere. Entro mercoledì, quindi, bisogna presentare la lista, nonostante le liti e gli psicodrammi del Movimento 5 Stelle. Questo temporeggiare, infatti, sta creando una certa insofferenza in Draghi, che non a caso ha scelto di delegare al suo staff di Palazzo Chigi il compito di trattare con la maggioranza.
>> Leggi anche: Mara Carfagna, FI e Lega si contendono il posto di vicepresidente della Camera: tutto da giocare
Sottosegretari governo Draghi, la lista ancora non c’è
Sembra che Mario Draghi, per quanto riguarda i sottosegretari al governo, voglia aspettare che siano i partiti a decidere. Insomma, non vorrebbe prendere lui una decisione sui nomi. Certo è che non è possibile perdere tempo, per questo pretende che entro domani tutti i partiti presentino la loro lista. Forse sceglierà qualche tecnico, come per quanto riguarda lo Sport, ma per il resto rimanda la palla nelle mani della maggioranza. E anche qui le lotte di forza non mancano. Matteo Salvini, per esempio, come scrive Repubblica, sta giocando a fare il primo della classe: “Noi la lista l’abbiamo presentata, altri non hanno fatto i compiti”, un commento che ha un chiaro destinatario. Dal Carroccio comunque spiccano i nomi di Massimo Bitonci e Lucia Borgonzoni all’Economia, Stefano Candiani all’Interno e Vannia Gaga alla Transizione ambientale.
Nicola Molteni, invece, potrebbe essere indicato per la Giustizia e Claudio Durigon, dopo l’esperienza del Conte I, potrebbe tornare al Lavoro. C’è la possibilità che la Lega si accaparri anche l’Istruzione con Rossano Sasso o Mario Pittoni, e le Infrastrutture. La condanna in primo grado a 3 anni e 5 mesi per peculato a Edoardo Tixi, tuttavia, mette in discussione il nome. Ma a chi si riferisce Matteo Salvini? Chiaramente al Movimento 5 Stelle. Tra il ridimensionamento dei posti e la fuoriuscita dei 40 “ribelli”, i pentastellati sembrano essere avvolti dalla nebbia. Vito Crimi non vuole assolutamente scendere sotto le 12 poltrone, ma sa già che potrebbe doversi accontentare di 11.
I nomi del Movimento 5 Stelle
Tra i possibili nomi che il M5S presenterà emergono quello di Laura Castelli al Mef, Carlo Sibilia agli Interni e Pierpaolo Sileri alla Salute. Qualcuno è più in bilico, come Giancarlo Cancelleri, accusato di “poltronismo”. Vengono fuori però anche figure nuove, per esempio Barbara Floridia, in corsa per l’Istruzione. E il Partito Democratico? Anche in casa dem c’è un po’ di burrasca. Il PD non ha ancora consegnato il suo elenco. Tra i corridoi però si parla di Valeria Sereni, Anna cani, Simona Malpezzi e forse dell’assessore regionale del Lazio Alessandra Sartore. E’ chiaro che il Partito Democratico dovrà riequilibrare le quote femminili, per questo la maggioranza dei nomi saranno di donne. Ma c’è anche qualche uomo nel cilindro. Potrebbero infatti essere trovati un posto per Andrea Martella e uno per Enzo Amendola. Rimangono in gara, infine, Antonio Misiani e Matteo Mauri.
Per concludere, poi, manca anche la lista di Forza Italia. L’elenco era pronto, ma l’indicazione di Palazzo Chigi di fornire almeno il 50% di nomi femminili ha fatto rimischiare le carte in tavola. Torna quindi in gioco Deborah Bergamini e spunta il nome di Stefania Craxi. Si aggiungono a Gilberto Pichetto Fratin, Francesco Battistoni, Giuseppe Moles, Alessandra Gallone, Francesco Paolo Sisto, Giorgio Mulè, Antonio De Poli e Antonio Saccone in quota Udc. >> Tutte le notizie di UrbanPost