Vai al contenuto

La stanza bagno tra storia e curiosità

23/09/2022 10:00

La stanza da bagno, oggi, è sicuramente uno degli spazi domestici progettati con maggior cura e attenzione, quello per cui funzionalità e personalizzazione si uniscono per dare luogo ad un ambiente di gusto e carattere. Queste nuove attenzioni ed esigenze hanno determinato una significativa evoluzione nel tempo di materiali e design e basta fare una semplice ricerca in rete su mobili per bagno online, per vedersi aprire un mondo di soluzioni e possibilità impensabili, anche solo fino a qualche anno fa.

Ma quali sono le origini e la storia di questo particolare ambiente della casa? La parola bagno, comunemente utilizzata nella lingua italiana, deriva dal latino balneum e originariamente indicava l’immersione del corpo in acqua con finalità non obbligatoriamente igieniche o curative, ma anche e soprattutto simboliche e rituali (l’igiene personale è un concetto che si è sviluppato in epoche relativamente recenti).

Le prime tracce di pratiche igieniche di cui ci sono giunte testimonianze sono legate alle civiltà degli indù, degli egizi e dei greci. Numerose testimonianze sono rinvenibili anche nella civiltà romana, all’interno della quale è documentata, in modo particolare tra le classi più abbienti, la pratica di trascorrere del tempo presso le terme pubbliche, concepite come luogo di socializzazione, scambi commerciali e culturali sotto l’egida di Igea, la dea della salute, da cui deriva anche il termine corrente di igiene. In epoca romana è attestata la presenza, presso le case dei patrizi, anche di bagni privati dotati di tutti comfort.

Il Medioevo rappresenta, per molti aspetti, una vera propria epoca di involuzione delle pratiche igieniche, sia per il venir meno dello conoscenze tecniche necessarie per la realizzazione di  fognature e nuovi impianti di scarico, sia per l’affermarsi di dicerie, circolanti in Europa almeno fino all’Illuminismo, secondo le quali l’uso dell’acqua per bagnarsi era sconsigliato, se non addirittura vietato per motivi di salute: secondo queste teorie, l’acqua aveva il potere di aprire i pori della pelle, permettendo, per questa via, l’ingresso di gravi malattie. La possibilità di concedersi un bagno era accompagnata dal consiglio di un trascorrere un giorno di riposo a letto, per permettere il dovuto recupero dal presunto indebolimento del corpo. Questo approccio all’igiene porta ad una inevitabile rapida decadenza dei bagni pubblici e ad un conseguente diffondersi di malattie infettive.

Nel Trecento e in particolare con l’avvento del Rinascimento e lo sviluppo di mezzi tecnici come l’alambicco, si sviluppa la produzione e l’uso di profumi, che svolgeranno un ruolo centrale nelle abitudini igieniche personali. All’inizio dell’età moderna le pratiche igieniche infatti, soprattutto tra le classi nobiliari e borghesi, consistevano esclusivamente nello spruzzarsi generose dosi di profumo e cospargere di cipria le parrucche, al solo scopo di coprire i cattivi odori e l’effetto di unto derivanti da un uso saltuario dell’acqua.

Una diversa idea di igiene personale e la consequenziale nuova fioritura delle sale da bagno, si imporrà solo dal XVIII secolo. A partire dal XX secolo si affermano, poi, nuove esigenze igienico-sanitarie, che sollecitano la progettazione domestica a riconsiderare la stanza bagno, in un primo momento concepita come una appendice esterna delle abitazioni, solitamente costituita da stanzini posti in fondo ad un ballatoio, e in seguito ammessa nuovamente come ambiente interno alle dimore più prestigiose. Il secondo dopoguerra segna il definitivo affermarsi del bagno negli interni delle abitazioni private su larga scala, incentivando anche l’interesse di progettisti e architetti. Si deve proprio a questa diffusione di massa dei bagni nelle case private un contributo decisivo all’eliminazione di numerose patologie, prima assai diffuse a causa delle scarse condizioni di igiene. 

In definitiva, la stanza da bagno nel corso del tempo si è trasformata in modo significativo e oggi non è più un ambiente di servizio, ma un angolo della casa da mostrare agli ospiti e in cui dedicarsi al proprio relax, trascorrere del tempo, magari in compagnia di un buon libro.

Ed ora qualche curiosità.

Le prime fognature

Le prime testimonianze storiche di quelle che oggi possiamo definire fognature sono datate intorno al 3000 a.C. e sono state ritracciate nella valle dell’Indo, tra Pakistan e India. Sicuramente può essere considerato prematuro parlare di bagno in quell’epoca, anche se, come già detto, le prime pratiche igieniche ci arrivano proprio dalle civiltà Indù. Con ogni evidenza, anche a quei tempi esistevano dei luoghi deputati all’espletamento dei bisogni fisiologici e per dedicarsi alla cura di sé. Al 2800 a.C., invece, risale addirittura la prima prova dell’uso del sapone.

La prima vasca

La prima vasca documentata da rilievi archeologici risalirebbe addirittura al 1700 a.C. ed è quella ritrovata tra i resti del celebre Palazzo di Cnosso. Il manufatto era provvisto di un impianto idrico straordinariamente avanzato per l’epoca di costruzione.

La prima doccia

Le più antiche tracce archeologiche attribuibili ad un sistema simile alla doccia come la conosciamo oggi si possono far risalire all’antica Grecia, per quanto, all’interno di questa civiltà, la doccia rivestiva esclusivamente un significato rituale e simbolico di purificazione. Il concetto moderno di doccia si afferma nel XIX secolo. Fu il medico della prigione Bonne-Nouvelle di Rouen, il dottor Merry Delabost, ad inventare, nel 1872, la prima doccia. Lo scopo era quello di garantire una migliore igiene per i prigionieri.

Il primo bidet

Il primo bidè (dal francese bidet, ovvero “piccolo cavallo”), secondo quanto riportano le cronache, fece la sua comparsa negli anni ‘20 del ‘700 nella dimora di Madame De Prie, amante di Luigi-Enrico di Borbone-Condé, Primo ministro di Luigi XV. Fu proprio quest’ultimo a lasciare testimonianza della novità, allorché raccontò di essere stato ricevuto dall’allegra dama a cavallo di uno strano “sgabellino a forma di violino”.

Il primo wc

Il più antico antenato del wc moderno è quello rinvenuto nell’isola di Creta e risalente al 2000 a.C. Si trattava di un elemento fatto di legno e ceramica, dotato di un canale di deflusso dei reflui sotterraneo, che sfociava direttamente in un fiume. Il primo water closet, propriamente detto, è attribuibile all’invenzione di Joseph Bramah nel 1778. Un water closet, costruito sul modello inglese, fu montato nella Reggia di Caserta prima del 1799, nel “Gabbinetto del Retrette” di Maria Carolina, regina di Napoli.