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Lavoratrice fragile ai tempi del Covid: al via gara di solidarietà per Raffaella Orfei | INTERVISTA

05/05/2021 17:42

Tempo fa avevamo parlato del caso di Raffaella Orfei, lavoratrice fragile, che per i rischi del Coronavirus era stata dichiarata inidonea per fare le pulizie al Poligrafico dello Stato. La sua storia era stata raccontata lo scorso novembre da “Il Fatto Quotidiano”, che aveva rilanciato con gioia una gara di solidarietà partita per aiutarla. «Quando ho visto gli accrediti sono rimasta senza parole, erano bonifici per diverse migliaia di euro equivalenti a molti stipendi», aveva affermato la donna commossa da tanta generosità. Quella stessa signora però ha contattato, giorni fa, la Redazione di UrbanPost perché, a detta sua, vittima di mobbing dalla sua azienda.

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Raffaella Orfei

Lavoratrice fragile ai tempi del Covid: al via gara di solidarietà per Raffaella Orfei | INTERVISTA

Le sue precarie condizioni di salute e la lotta contro un tumore al quarto stadio le impedirebbero di svolgere determinate mansioni per il Poligrafico dello Stato, che subito dopo l’articolo uscito su “Il Fatto Quotidiano” le avrebbero consentito di rientrare. «Invece di alleggerire il lavoro dei bagni – i bagni non li dovevo fare perché non sono in linea con le mie terapie – e sostituirli con le pulizie in cose più leggere mi hanno assegnato invece palazzi interi della Zecca. Sia interni che esterni. Anche piazzali, parcheggi e marciapiedi, esposti a tutte le intemperie», ha dichiarato la signora Raffaella. «Un palazzo che per farlo a fondo come hanno richiesto ci vorrebbe una squadra. Io oltretutto sono una persona malata (invalida al 100% come evidenziato dalle visite legali più volte richieste. Controlli ai quali io mi sono sempre sottoposta. Difatti io ho certificato sempre le mie assenze con ampie certificazioni da parte di medici ospedalieri e Asl».

«Sto andando da uno specialista per stress lavorativo correlato al mobbing e alla inadeguatezza di mansioni superiori alle mie capacità»

La signora ha spiegato di essere stata «messa alle strette» dall’azienda: «Mi è venuta una depressione per il troppo stress. Ora sono in cura da uno specialista», ha spiegato la signora Raffaella Orfei, che si è rivolta ad centro mobbing. «Sto andando da uno specialista per stress lavorativo correlato al mobbing e alla inadeguatezza di mansioni superiori alle mie capacità», ha spiegato a UrbanPost in un’intervista telefonica. Per questa ragione la signora si trova al momento in malattia. Ma potrà continuare così fino a quando? Come farà ad andare avanti con la sua famiglia? «Pago anche delle cure costose per via della mia malattia», ha spiegato la lavoratrice fragile. «C’è l’affitto da pagare, le bollette, la rata dell’auto…» e tutte quelle spese a cui si fa fronte quotidianamente.

Raffaella Orfei

In suo aiuto prosegue la raccolta fondi in suo favore, che vogliamo segnalare. «Raffaella è una guerriera. Combatte da quando aveva 15 anni, età in cui  ha perso la madre. Nell’arco della sua vita ha fatto svariati lavori, anche pesanti, spesso con orari impossibili. Combatte e lavora da sola. è una madre single con due figli a carico. Ora però la malattia le ha portato via buona parte delle forze, per questo chiede un alleggerimento del carico di lavoro», si legge in calce alla campagna voluta da Fabio Minetti e segnata da “Il Fatto Quotidiano”. 

«Raffaella Orfei avvilita, ma stringe i denti per i suoi figli»

«Raffaella é avvilita, ma continua comunque a lavorare, stringe i denti, per amore dei suoi figli. Intanto l’azienda la sottopone ad assidue visite dal medico del lavoro. Ma la salute di Raffella purtroppo è sempre la stessa. La malattia non se ne andrà perché è cronica. Le terapie sempre le stesse e come sempre ogni 28 giorni si reca in ospedale per eseguire la chemio. Il 16 febbraio 2021 viene operata per un nodulo alle corde vocali. Rimane a casa una settimana. Dopodiché decide di non rientrare e di mettersi in aspettativa non retribuita, a causa dei carichi di lavoro a cui era sottoposta, non più compatibili con il suo attuale stato di salute. Raffaella attualmente vive con i suoi due figli in una casa popolare a Roma, senza riscaldamento. Con una pensione di invalidità di  490 euro», si legge sempre sulla pagina visitabile al seguente link. Una storia non proprio a lieto fine. Ma cosa chiede la signora Orfei all’Azienda? «Di tornare a svolgere le mansioni che facevo prima dell’emergenza Covid. Di lavorare in serenità», ha concluso sconsolata. Leggi anche l’articolo —> Busto Arsizio, operaio di 49 anni muore schiacciato dal tornio meccanico