Una storia a lieto fine quella raccontata su “Il Fatto Quotidiano”. Raffaella Orfei, “lavoratrice fragile”, si è ritrovata senza lavoro. È stata dichiarata “inidonea” a fare le pulizie al Poligrafico dello Stato per i rischi di contagio da Covid legati all’immuno-depressione e alla terapia salvavita con cui lei cerca di contenere un tumore al quarto stadio. Il giorno stesso in cui è stata resa nota la notizia tra i lettori è partita una gara di solidarietà per aiutarla. «Quando ho visto gli accrediti sono rimasta senza parole, erano bonifici per diverse migliaia di euro equivalenti a molti stipendi», ha affermato la donna commossa. Il suo assegno mensile ammonta infatti a circa 590 euro. «Non so cosa stia succedendo, la gente è impazzita, guardi mi viene da piangere. Ringrazio tutti, anche a nome dei miei figli», ha detto in lacrime Raffaella.
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Lavoratrice fragile con tumore disoccupata, al via gara di solidarietà: «Ora l’azienda mi reintegra»
La stessa Raffaella Orfei ha spiegato a ‘Il Fatto Quotidiano’ di aver contattato i lettori che le avevano teso una mano per dir loro che era pronta a restituire le somme. Lei voleva semplicemente tornare al lavoro. «Non cercavo solidarietà umana. Mi hanno risposto di tenerli, avendo compreso che il mio stipendio di per sé non mi permette di vivere, ma di sopravvivere. Ho spiegato loro che non mi aspettavo tanto e che se ho denunciato la mia situazione è perché voglio che il legislatore faccia la sua parte, mettendo le persone come me nelle condizioni di stare a casa, se sono malate, o di lavorare se possono e ne hanno bisogno», ha spiegato la donna.
Tornata dal medico di lavoro, che inizialmente non voleva sentire ragioni, e consultata l’oncologa, la signora Raffaella è riuscita ad ottenere il giudizio di idoneità che le consentirà di rientrare. «Devo dar da mangiare ai miei figli e i sacchi della spesa che Emergency mi porta a casa non bastano: c’è l’affitto da pagare, le bollette, la rata dell’auto. Io devo lavorare», ha dichiarato sempre a ‘Il Fatto Quotidiano’ la donna.
«Mi sembra che ci sia una seria volontà di reintrodurmi al lavoro con le opportune misure, questo è quello che volevo»
Come spiega il giornale Raffaella Orfei ha deciso di tornare a bussare all’azienda che con merito, bisogna dire, aveva deciso di non procedere al licenziamento pur avendone diritto, per chiedere di essere reinserita al suo posto. «Mi sembra che ci sia una seria volontà di reintrodurmi al lavoro con le opportune misure, questo è quello che volevo», ha detto soddisfatta la signora. Una storia in cui certamente si rispecchieranno i tanti “lavoratori fragili” del nostro paese. «Sono felice di questa tormentata esperienza, dimostra che ci sono diritti che gli italiani considerano irrinunciabili, tanto da sentirsi di doverli garantire in prima persona se vengono negati o intaccati», ha concluso. Leggi anche l’articolo —> Napoli, single adotta bimba con la sindrome di down: «Alba è felice e lo sono anch’io»