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Legge elettorale, la maggioranza non trova l’accordo e si allungano (di nuovo) i tempi

24/09/2020 09:36

Passato il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari, è subito ora di pensare alla nuova legge elettorale. Un tema che potrebbe spaccare letteralmente a metà la maggioranza. Da una parte, infatti, l’opposizione si unisce verso il maggioritario, mentre il Partito Democratico chiede il proporzionale. C’è poi il Movimento 5 Stelle, che non sa bene cosa pretendere. E se la legge sarebbe dovuta andare in aula alla Camera la prossima settimana, ecco ripresentarsi all’appello il buco nero politico, quella zona in cui vengono risucchiate “le idee a metà”. Lo specchio di uno scontro politico in balia degli eventi.

>>Leggi anche: Paragone (Italexit): «Sono d’accordo con Di Battista, il M5S è finito»

legge elettorale

Legge elettorale, il nuovo scoglio del governo Conte bis

Ecco qui il primo scoglio del governo post votazioni. Era prevedibile: un referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari non poteva che essere accompagnato da una nuova legge elettorale. Non resta quindi che mettersi d’accordo: l’opposizione chiede un maggioritario, tranne un’ala di Forza Italia. Così anche Matteo Renzi. Il Partito Democratico, invece, esige il proporzionale. Poi c’è Leu, che pretende una soglia di sbarramento minore rispetto al 5%. Infine, il Movimento 5 Stelle brancola nel buio.

In particolare pare essere in preda alla confusione Beppe Brillo che, con una battuta che vuole però segnare, ha dichiarato: “Non credo più nella rappresentanza parlamentare, ma nella democrazia diretta fatta dai cittadini attraverso i referendum”. Così, in un attimo rilancia il sorteggio degli eletti. La cosa fa venire i brividi al presidente grillino della commissione Affari costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia, il quale dal canto suo invece tenta disperatamente di invocare un vertice di maggioranza “al più presto”.

nicola zingaretti

Legge elettorale, quando verrà votata

Anche perché Zingaretti era stato chiaro: il voto del Partito Democratico al referendum costituzionale sarebbe stato Sì solo se ci fosse stato il via libera alla nuova legge elettorale. E il Movimento 5 Stelle aveva acconsentito, garantendo un percorso rapido prima alla commissione Affari costituzionali, e poi in Aula. Il tutto era stato chiuso in un accordo sancito lo scorso 10 settembre tra le due forze di maggioranza. Ma l’Italia ci insegna che c’è sempre un intoppo nell’iter legislativo. Mettiamo poi che Leu chiede di abbassare dal 5% al 4% la soglia di sbarramento. E che c’è Matteo Renzi, sempre in prima linea nel fare ostruzione: Italia Viva non ha votato. L’idea quindi di andare in aula per fine settembre si è allontanata subito.

A urne chiuse, infatti, è iniziata l’odissea: è già toto scomesse su quando si voterà la nuova legge elettorale. L’idea di fine settembre viene definita “irrealistica e quasi impossibile”. Forse metà novembre. Questo perché nel mezzo pare si inseriscano gli emendamenti ostruzionistici dell’opposizione, in totale ora 500 e prima 800, alla legge di Federico Fornaro, il capogruppo di Leu che, per il Senato, adegua la Costituzione all’avvenuto taglio dei parlamentari. Ma la realtà è un’altra: non c’è l’accordo sulla legge elettorale. 

Sistema maggioritario o sistema proporzionale?

Da una parte, quindi, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle votano un testo che prevede un sistema proporzionale alla tedesca, con soglia di sbarramento al 5%, ma la garanzia di diritto di tribuna ai piccoli partiti. Poi c’è Matteo Renzi, che si contrappone: afferma di non temere la soglia, già sicuro di un’intesa con Calenda e +Europa, ma rifiuta il proporzionale: “Io preferirei il sistema maggioritario, in cui la sera delle elezioni si sa chi ha vinto”. La cosa, però, fa spazientire Giuseppe Brescia, che sottolinea ancora i punti più critici: “Pluricandidature, listini bloccati, preferenze, sbarramento, diritto di tribuna”. E aggiunge: “Qui bisogna fare una o più riunioni d maggioranza, e trovare i punti di caduta su tutti questi ostacoli. Poi confrontarsi anche con le opposizioni”.

Peccato che all’opposizione ci siano Lega e Fratelli d’Italia, per niente intenzionati a trattare per un proporzionale. Anzi, a quanto affermato puntano a un maggioritario netto e voterebbero anche subito con il Rosatellum. L’unico spiraglio di dialogo lo lascia Forza Italia. Mara Carfagna, infatti, ammette di vedere sul tavolo “una proposta di legge elettorale proporzionale che non considererei un tabù”. Anche se, al contrario, Francesco Paolo Sisto, responsabile Giustizia e Affari costituzionali di FI, dice: “Il proporzionale dell’inciucio non ci interessa”. Di fatto, quindi, non si conoscono i tempi. Si prevede una bella grana per il presidente del Consiglio Conte. >>Tutte le notizie di UrbanPost