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Liste d’attesa infinite nel Lazio: dal 2014 Zingaretti promette un cambiamento che non c’è stato

16/02/2022 12:33

Era il 18 settembre 2013 quando Nicola Zingaretti diceva: “Abbiamo dichiarato guerra alle liste d’attesa”. Nove anni dopo, nel 2022, ancora non è cambiato nulla. “Dal 1 gennaio 2014 si andrà verso una netta e drastica riduzione”, diceva. Ma oggi le file sono più lunghe che mai, così tanto che la Regione Lazio ha smesso di fare il “monitoraggio dei tempi d’attesa” che prima, invece, pubblicava ogni settimana. Da dopo l’attacco hacker di fine luglio non c’è più notizia a riguardo. L’ultima data risale al 25 luglio 2021.

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Liste d’attesa infinite nel Lazio

“Sono due anni che siamo pronti e in attesa che la guerra inizi davvero. Le armi, però, oltre agli ambulatori aperti fino alle 22 (questa era la proposta-promessa sempre della Regione nel maggio 2020 mai attuata), devono includere quanto già previsto dalle norme vigenti. E cioè più concretamente portare a 38 ore i circa 1500 specialisti ambulatoriali interni, in servizio nel Lazio. Persone che attualmente lavorano in media 20 ore settimanali. Chiaramente anche sostituendo i colleghi specialisti ambulatoriali che sono andati nel frattempo in quiescenza e non sostituiti”, ha dichiarato il segretario generale del sindacato Sumai-Assoprof Antonio Magi puntando il dito contro Zingaretti.

Secondo il sindacalista, nonché presidente dell’Ordine dei medici di Roma e provincia, “il raggiungimento del massimale orario permetterebbe così di aggiungere alle attuali prestazioni specialistiche circa 6 milioni di ulteriori esami dimezzando di fatto le liste d’attesa“. Liste di attesa che, nel Lazio, portano a dover aspettare anche un anno per una tac. Code così lunghe che il calendario 2023 risulta essere quasi al completo di colonscopie, risonanze magnetiche, ecodoppler. Insomma degli esami più richiesti. D’altronde, oltre alla mancanza di medici, c’è anche la carenza di apparecchiature. All’Asl di Roma 5, per esempio, tra i 5 ospedali che dovrebbero coprire mezzo milione di residenti nel quadrante Est e della provincia, non c’è nemmeno una risonanza magnetica.

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Liste d’attesa, Magi: “Bisogna ottimizzare le risorse”

Circa un anno fa, poi, l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato ha sottolineato “le troppe lungaggini ministeriali per quanto riguarda la gestione dell’articolo 20” con il quale era stato finanziato l’acquisto della risonanza magnetica per l’ospedale di Tivoli. Un macchinario atteso fin dal 2014. “Risolleciterò personalmente per iscritto, formalmente, gli uffici del Ministero, perché anch’io ritengo che non ci siano motivi ulteriori per dilazionare i tempi”, aveva inoltre aggiunto.

Infine, dal punto di vista dei medici, Magi chiede ancora una volta a Zingaretti di “ottimizzare ciò che già abbiamo in casa invece di cercare eventuali soluzioni fantasiose. Soltanto così governeremo le liste d’attesa. Altrimenti, come dicono a Napoli, si fa solo ammuina. Oppure, peggio, si fa finta di combattere le guerre limitandosi a dichiararle senza lottare realmente“. >> Tutte le notizie di UrbanPost