C’è ancora tanta rabbia per la morte di Luana D’Orazio, operaia di 22 anni e mamma di un bambino di 5, avvenuta il 3 maggio scorso. La giovane è stata ‘stritolata’ da un macchinario nell’azienda tessile presso cui lavorava. Una manomissione al quadro elettrico avrebbe consentito il funzionamento dell’orditoio anche senza la saracinesca di protezione al macchinario abbassata. A distanza di qualche mese la madre, Emma Marrazzo, ha parlato per la prima volta in pubblico di quella tragedia: «Ponta a combattere fino in fondo per la verità. Chi sa, parli».
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Morte di Luana D’Orazio, la madre: «Pronta a combattere per la verità», ultime notizie
La madre di Luana D’Orazio è arrivata al ‘Safety meets Culture’, il forum sulla sicurezza sul lavoro di CantierePro.com al Teatro dei Rinnovati, a Siena, con il consulente della famiglia Andrea Rubini. Tante le persone accorse per manifestarle la propria vicinanza: «Mia figlia è morta mentre faceva il suo dovere. Lavorava tutti i giorni, otto anche dieci ore. Pensava al figlio Alessio, al fratello disabile. Era solare, bella. È diventata un modello per la sicurezza sul lavoro, ma non può essere solo un simbolo: deve essere un esempio perché simili incidenti non accadano più». Per questo la signora Emma chiede che vengano fatti più controlli nelle aziende, «veri e a sorpresa»: «Luana appena assunta non aveva riscosso uno stipendio; poi le hanno pagato due mesi insieme: sicuramente arriverà un controllo fiscale, mi aveva detto. E infatti fu così. Sono passati quattro mesi dalla sua morte ma la situazione non è cambiata», ha sottolineato amareggiata la donna.
«Mia figlia era un’apprendista ma non era assistita da nessuno», lo sfogo amaro a Siena
«Mia figlia era un’apprendista ma non era assistita da nessuno. Mi aveva detto che, anche se il suo apprendistato sarebbe terminato a marzo, le avevano assegnato un ragazzo che doveva imparare. Non sappiamo se era con lei al momento dell’incidente. Suo padre le aveva detto di premunirsi, ma lei non voleva perdere il lavoro. Era senza grembiule o camice. Si è dovuta comprare le forbicine per tagliare i lacci della macchina. Sono molte le ombre che dovranno essere chiarite», ha spiegato la signora Luana, che ha poi voluto ringraziare il quotidiano “La Nazione” per aver lanciato una raccolta fondi. «Una manifestazione di affetto che ci aiuterà economicamente. Mi sono arrivate lettere da tutta Italia, dall’Europa, dall’America, anche dalla Cina», ha detto la mamma della giovane operaia. Chi invece l’ha delusa è stata la titolare dell’azienda dove Luana lavorava: «Mi aveva detto che ci sarebbe stata vicino, invece non si è fatta più sentire. Anche i colleghi sono scomparsi». Leggi anche l’articolo —> Luana D’Orazio, continuano le indagini sulla sua morte: l’orditoio è stato manomesso