Che i mondiali in Qatar siano una grande novità rispetto al passato non c’è bisogno di puntualizzarlo ulteriormente: tra l’inusuale periodo in cui si svolgono, legato all’andamento climatico della penisola araba – in estate assolutamente inadatto a una competizione sportiva – e tutte le polemiche che li hanno accompagnati dal momento dell’assegnazione da parte della FIFA, passando per i diritti dei lavoratori ripetutamente violati durante la costruzione degli stadi e gli ultimi divieti in corso d’opera come quello che impone alle squadre di non utilizzare simboli legati alla cultura LGBTQ+ durante lo svolgimento del torneo possiamo dire che le novità non sono state poche rispetto a quello a cui eravamo abituati e spesso nemmeno troppo piacevoli.
C’è però anche un allenatore che sta facendo qualcosa di assolutamente nuovo rispetto a tutti i suoi colleghi: si tratta del “Lucho” Luis Enrique, il CT della Spagna dall’inizio di questi mondiali ha inaugurato un ciclo di incontri su Twitch per parlare con meno filtri e più direttamente con i tifosi della Roja delle questioni inerenti calciatori, tattica e partite in generale.
Luis Enrique il rivoluzionario
In tutte le sue esperienze il Lucho si è sempre dimostrato un allenatore aperto all’innovazione e molto ricettivo verso le opportunità date dall’avanzare della tecnologia: già a Roma, nella stagione 2011-2012, si sarebbe fatto notare per il suo uso estensivo di dati raccolti tramite l’utilizzo di PC e programmi dedicati che però non si fecero particolarmente apprezzare sia dallo spogliatoio – pieno di senatori e probabilmente troppo abituati a un approccio all’allenamento vecchia scuola – che dalla piazza romana che dedicò al tecnico asturiano il soprannome non particolarmente piacevole di “demental coach”, ingeneroso verso un allenatore che negli anni successivi si sarebbe dimostrato un grade esperto di metodi motivazionali.
Questa tendenza ad abbracciare la novità di Luis Enrique si rivede anche nella sua preparazione della nazionale spagnola, è infatti nota la soluzione del walkie talkie attaccato alla schiena dei calciatori in modo da potere essere più incisivo e preciso nelle indicazioni duranti l’allenamento.
Questo parte della sua personalità, aperta alla tecnologia, sicuramente lo ha aiutato e non poco nella decisione di aprire un canale Twitch dedicato alla sua esperienza e in quella della squadra al mondiale qatariota dove interfacciarsi senza alcun intermediario escluso lo schermo del proprio PC con i propri fan.
Non solo Luis Enrique e il calcio
L’approdo di Luis Enrique sulla piattaforma di proprietà di Amazon è di rottura rispetto a uno sport che tende a cristallizzarsi su metodi sia sportivi che comunicativi fermi nel tempo; il calcio non è il primo sport tradizionale ad affacciarsi al live streaming da citare abbiamo sicuramente il caso del Poker, passato da essere trasmesso in seconda o terza serata nelle varie emittenti tv a diventare un vero e proprio successo commerciale e di seguito con diversi player e piattaforme del settore – come PokerStars, vera macchina di visualizzazioni con decine di migliaia di spettatori in ogni sua live – che hanno trovato in Twitch un importante supporto alle proprie attività oltre che NBA, NHL – la lega dell’Hockey – e varie competizioni sportive legate alla lotta: non è un caso che si parli soprattutto di sport legati all’ambiente americano, da sempre più ricettivo verso le possibilità di business rispetto al mondo sportivo europeo, tradizionalmente più conservatore.
Luis Enrique il comunicatore
Questo approccio del selezionatore spagnolo è una ventata di aria fresca nell’imbolsito mondo delle interviste pre e post-partita, le quali sembrano più conversazioni artefatte e preimpostante più che veri scambi di opinioni tra adulti da cui prendere spunto per capire qualcosa di più sullo sport di cui stanno parlando. Lo stile comunicativo diretto e – almeno apparentemente – sincero del Lucho ha subito conquistato gli spettatori di tutto il mondo che hanno risposto benissimo e in massa alla sua proposta di approfondimento disintermediata dalla stampa tradizionale su Twitch.
Uno dei motivi che potrebbero avere spinto Luis Enrique in questa direzione potrebbe anche essere il suo non propriamente ottimo rapporto con la stampa spagnola la quale non è ancora riuscita a perdonargli di quando, da calciatore, nella stagione 1996-1997 passò dal Real Madrid al Barcellona.
In questa nuova veste di content creator il Lucho risulta credibile, calato nel personaggio e completamente a suo agio dimostrando che una nuova comunicazione nel calcio è possibile, dove c’è spazio per parlare di tutto, anche di sessualità, argomento assolutamente inaccettabile in una intervista tradizionale.