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Di Battista lascia dopo il voto su Rousseau, il M5s si spacca su Draghi: che succede ora

12/02/2021 08:55 - Aggiornamento 12/02/2021 09:01

Alessandro Di Battista lascia il M5s. A dare l’annuncio lui stesso in una diretta su Facebook, arrivata a circa due ore dall’esito della votazione sulla piattaforma Rousseau. Il M5s ha espresso parere positivo sulla nascita del governo Draghi. Una scelta che ha portato lo storico volto del Movimento a manifestare tutto il suo disappunto.

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M5s Di Battista lascia dopo il voto su Rousseau: che succede ora

Il M5s ha detto sì al governo Draghi. Sono stati 74.537 i votanti M5s sulla piattaforma Rousseau che hanno espresso il loro voto sul nuovo esecutivo: di questi il 59,3% ha risposto favorevolmente, pari a 44.177 voti. Un esito che ha portato Alessandro Di Battista a dire addio al Movimento: «È stata una bella storia di amore, piena di gioie e battaglie venite, con qualche delusione e battaglia disattesa o persa. Non posso andare avanti, non considerare determinate mie convinzioni politiche», ha esordito in un videomessaggio. «Rispetto il voto degli elettori, ma da ora in poi non parlerò in nome del M5s, perché il M5s non parla a nome mio. Questa scelta non riesco a superarla. Non posso fare altro che farmi da parte. Vedremo se un giorno o l’altro le nostre strade si rincroceranno», ha affermato nel video sui social l’ex esponente grillino. «Non posso sedermi al tavolo con Forza Italia e con i partiti coinvolti nel nuovo governo», ha proseguito il 42enne. «La mia coscienza politica non riesce a digerire questa scelta. Se tornerò dipenderà solo dalle scelte politiche future. Faccio un in bocca al lupo a tutti i colleghi e ringrazio Beppe Grillo», ha concluso l’attivista italiano, salutando i suoi ex compagni e il fondatore.

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Casaleggio: «Questa sua scelta dimostra per l’ennesima volta l’onestà intellettuale di Alessandro ed è proprio di questa coerenza che ha bisogno il Movimento»

E ora che accadrà? M5s verso la scissione? Di Battista, al pari di Barbara Lezzi, non solo si era schierato per il “no”, ma aveva anche lanciato la proposta dell’astensione proprio per provare ad evitare lo strappo. Un’idea rilanciata dal presidente di Rousseau Davide Casaleggio, ieri, a votazioni in corso, ma che ha trovato il muro del capo politico, Vito Crimi. Quest’ultimo ha spiegato: «Il mandato che gli iscritti ci hanno conferito è chiaro: il Movimento 5 Stelle sosterrà il nuovo governo. La democrazia del Movimento passa per il voto degli iscritti che è vincolante». Ma l’intervista al “Corriere della sera” di oggi di Casaleggio sembra aggiungere puntini di sospensione, dove Crimi ha immaginato un punto fermo. «Alessandro è fondamentale per il Movimento. È una persona che stimo, in grado di portare avanti con coerenza i principi e le battaglie del Movimento. Questa sua scelta dimostra per l’ennesima volta l’onestà intellettuale di Alessandro ed è proprio di questa coerenza che ha bisogno il Movimento». Parole che celano un neppure troppo velato avvertimento a Crimi: «Chi oggi guida l’azione politica del Movimento dovrà fare in modo di non gestire questo momento con arroganza o la larga parte contraria a questa scelta potrebbe allontanarsi», ha sottolineato al “Corriere” Casaleggio. Leggi anche —> La scelta dei ministri del governo Draghi porta tempesta in (quasi) tutti i partiti

 

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