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M5S espulsioni per chi non restituisce: la marcia indietro di Di Maio

08/01/2020 13:14

M5S espulsioni, alla fine Di Maio ha fatto marcia indietro. Nessuna ci sarà per il momento nessuna espulsione per i deputati e senatori M5S non in regola con i rimborsi al Movimento. Il collegio dei Probiviri si limiterà ad inviare una comunicazione di “messa in mora” a chi non è in regola, dando dieci giorni di tempo per regolarizzare la propria posizione. Insomma, la paura della “diaspora” ha fatto cambiare idea ai vertici del Movimento, già in difficoltà dopo gli addii degli ultimi giorni, quello del ministro Fioramonti su tutti, e la “rumorosa” espulsione di Gianluigi Paragone.

m5s espulsioni Di Maio

M5S espulsioni: dieci giorni per mettersi in regola ed evitarla

I parlamentari non in regola con i rimborsi al Movimento sono 47. I “morosi” hanno ricevuto una comunicazione ufficiale del Movimento in cui si rileva il mancato rispetto dello Statuto dei 5 Stelle. L’email da dieci giorni di tempo per fare delle controdeduzioni e prevede la possibilità di regolarizzare i versamenti. Solo trascorsi i dieci giorni i tre probiviri M5S, ovvero la ministra per la Pubblica amministrazione Fabiana Dadone, il consigliere regionale del Veneto Jacopo Berti la consigliera comunale di Villorba (Treviso) Raffaella Andreola, potranno decidere la sorte degli irregolari. Quattro le opzioni in mano ai probiviri: l’archiviazione del procedimento, il richiamo, la sospensione oppure l’espulsione.

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Grillo al lavoro per “richiamare” i dissidenti

Il cambio di strategia sugli irregolari secondo i retroscena che circolano in queste ore si deve più a Beppe Grillo che non a Di Maio. I ben informati parlano di telefonate del fondatore del Movimento in cui richiama e blandisce i reprobi. Tra i destinatari delle chiamate di Grillo anche i “pro-Conte”, la pattuglia di senatori pronta a costituire un gruppo parlamentare vicino al premier, finora però disconosciuto dallo stesso Conte.

Scrive il Fatto Quotidiano: “Dietro le quinte, il lavorìo di Grillo. Da giorni il fondatore telefona a dissidenti di vario ordine e grado per rabbonirli. Sta cercando anche i “contiani”, quelli che volevano uscire in Senato per formare un gruppo in suo nome. Ma il pressing di Grillo sta funzionando. Come i moniti del premier, pronto a disconoscerli. Così invece che gruppo i contiani si faranno “componente”, dentro il M5S. E in settimana diffonderanno un loro documento con punti programmatici, da sottoporre a Di Maio”. >> Retroscena politica