M5S scissione. Visto che sembra impossibile votare di nuovo sull’appoggio al governo Draghi, gli elettori del Movimento 5 Stelle ora puntano alla testa di Vito Crimi. Un gruppo di attivisti ha lanciato un appello al Capo politico e a Beppe Grillo per tornare a esprimere la propria opinione il prima possibile sulla piattaforma Rousseau. Questa volta, però, si pretende un quesito “onesto, sincero, veritiero e reale sul ruolo del M5S nel governo Draghi, e quindi una chiara espressione di voto degli iscritti, tale da consentire ai Portavoce nazionali di non avere dubbi sull’indirizzo politico dell’Assemblea al quale uniformarsi”. Ma non solo: nella petizione si chiede anche di poter valutare “le responsabilità personali dell’attuale Capo politico pro tempore e del Comitato di Garanzia per l’avallo di una consultazione ingannevole, che rischia di incidere in modo importante sulla nostra azione politica e sulla nostra compattezza”. Insomma, di esprimersi su Vito Crimi.
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M5S scissione, gli elettori furiosi chiedono di tornare al voto
Come si poteva immaginare, il Movimento 5 Stelle ora è sull’orlo della scissione. Ma ciò che preoccupa di più è l’opinione che gli elettori si stanno facendo. La petizione per tornare a votare sul governo Draghi e sul capo politico del M5S sta già girando online, e ha raccolto finora una sessantina di firme. Tra queste ci sarebbero anche nome e cognome di Barbara Lezzi, ex ministra per il Sud del governo Conte I, una delle principali esponenti del “no” a Draghi. Ma anche quelli di Luisa Angrisani, Bianca Laura Granato e di alcuni portavoce locali come Francesca De Vito e Maria Muscarà. Tra l’altro Lezzi, subito dopo la formazione del nuovo esecutivo, aveva anche criticato il ministero della Transizione ecologica, presentato un po’ come una vittoria del Movimento. In realtà, secondo l’ex ministro, non corrisponderebbe affatto all’idea che, a suo dire, aveva proposto Beppe Grillo.
Continua la tempesta in casa 5S
Gli attriti, infatti, sono tutt’altro che risolti: Davide Casaleggio, nel tentativo di ricucire l’ala governista e quella “dibattista”, in realtà, non ha fatto che peggiorare le cose. Casaleggio aveva chiesto l’astensione dei parlamentari ribelli, quelli convinti di non votare sì al governo Draghi. “Credo sia importante in questo momento lavorare per la massima serenità di tutti nel rispetto di regole e principi che ci siamo dati. Per questo motivo, auspico che chi sente il disagio nel sostenere questo Governo percorra la scelta della astensione“. Ma questa indicazione non è piaciuta ai più, che infatti hanno suggerito di “staccare la spina” alla piattaforma. >> Tutte le notizie di UrbanPost