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Mamma e figlia morte a Campobasso: farina contaminata, medici indagati e i dubbi di Bassetti sul topicida

30/12/2025 12:13 - Aggiornamento 30/12/2025 12:15

È una tragedia che ha sconvolto non solo il Molise, ma l’intero Paese. La morte di Sara Di Vita, 15 anni, e della madre Antonella Di Ielsi, 50 anni, avvenuta nei giorni di Natale all’ospedale Cardarelli di Campobasso, resta avvolta da numerosi interrogativi.

Quello che inizialmente sembrava un malessere gastrointestinale si è trasformato in poche ore in un quadro clinico devastante, culminato in una insufficienza multiorgano che non ha lasciato scampo prima alla ragazza e poi alla madre.

madre e figlia morte per intossicazione campobasso

Una comunità sotto shock

Pietracatella, piccolo comune molisano di circa 1.200 abitanti, è oggi una comunità ferita. Il sindaco Antonio Tomassone, intervenuto in televisione a Mattino Cinque, ha raccontato l’ultimo incontro pubblico con le due vittime.

«Ci siamo visti il 24 dicembre per scambiarci gli auguri e ho offerto loro del panettone», ha spiegato il primo cittadino. «Attendiamo gli esiti delle indagini, ma intanto la comunità è distrutta: non si può morire così sotto le feste di Natale».

In segno di lutto e solidarietà, l’amministrazione comunale ha deciso di annullare tutte le feste e gli eventi previsti nei giorni successivi.

I primi sintomi dopo la cena di Natale

I primi disturbi si sono manifestati la sera di Natale. La prima a stare male è stata Sara, studentessa liceale di 15 anni. Nelle ore successive anche la madre e il padre hanno iniziato ad accusare forti dolori addominali e problemi gastrointestinali.

Antonella e Sara si sono recate due volte al pronto soccorso, sia il giorno di Natale che a Santo Stefano. In entrambe le occasioni, però, sono state dimesse con una diagnosi di gastroenterite.

Il peggioramento improvviso ha reso necessario un terzo ricovero, ma questa volta la corsa contro il tempo si è conclusa nel modo più drammatico possibile.

Il fronte sanitario: cinque medici indagati

Uno dei filoni principali dell’inchiesta riguarda proprio la gestione clinica dei casi. Cinque operatori sanitari risultano indagati: tre medici dell’ospedale Cardarelli e due della guardia medica.

I reati ipotizzati sono omicidio colposo e lesioni colpose. L’obiettivo della procura è verificare se vi siano state sottovalutazioni del quadro clinico o errori nell’applicazione dei protocolli diagnostici.

Il procuratore Nicola D’Angelo ha chiarito che l’indagine mira a ricostruire l’intera catena degli interventi sanitari, con particolare attenzione ai precedenti accessi al pronto soccorso della quindicenne.

Cosa hanno mangiato

Parallelamente all’inchiesta sanitaria, gli investigatori stanno analizzando tutto ciò che è stato consumato durante i giorni festivi. Dalla casa di famiglia sono stati sequestrati diversi alimenti: vongole, cozze, seppie, baccalà e funghi, questi ultimi confezionati e certificati.

Tutti i cibi sono ora sottoposti ad accertamenti per escludere la presenza di tossine naturali o batteriche.

Madre e figlia morte per intossicazione, l’ipotesi della farina contaminata con topicida

Nelle ultime ore ha preso corpo un’ipotesi particolarmente inquietante: una contaminazione accidentale della farina con veleno per topi.

Secondo quanto emerso, alcuni mesi fa in un mulino di proprietà di parenti del padre sarebbe stata effettuata una disinfestazione contro i roditori. Non si esclude che residui di topicida possano aver contaminato parte della farina utilizzata in casa.

Al momento si tratta solo di una pista investigativa, che dovrà essere confermata dagli esami tossicologici.

I dubbi di Matteo Bassetti

Mamma e figlia morte a Campobasso: farina contaminata, medici indagati e i dubbi di Bassetti sul topicida

Sulla vicenda è intervenuto anche Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova.

«Un topicida può provocare un quadro di epatite fulminante estremamente grave», ha spiegato l’infettivologo, «ma può anche simulare i sintomi di altre condizioni, come intossicazioni da funghi velenosi o infezioni virali, ad esempio l’epatite E o, più raramente, l’influenza A».

La domanda che non trova risposta

Il punto più critico resta però uno, ed è lo stesso sollevato da Bassetti: «Non riesco a comprendere come il topicida possa aver colpito solo tre persone senza interessare l’intero nucleo familiare o altre persone esposte».

Una considerazione che apre a nuovi interrogativi. Se la farina fosse stata contaminata in modo uniforme, infatti, il numero di persone coinvolte avrebbe potuto essere molto più alto.

La posizione dell’Asrem

Il direttore generale dell’azienda sanitaria regionale, Giovanni Di Santo, ha confermato che una prima certezza esiste: «Si tratta di una tossinfezione la cui natura non è ancora conosciuta. Non è esclusa un’intossicazione alimentare o chimica».

Solo le analisi di laboratorio e la ricostruzione dettagliata degli eventi potranno chiarire cosa abbia realmente causato la morte di Sara Di Vita e Antonella Di Ielsi.

Un caso che pone domande sanitarie e umane

Questa tragedia solleva interrogativi profondi non solo sul piano giudiziario e medico, ma anche umano. «Una famiglia che fa di tutto per trovare una soluzione a un malore si ritrova due volte rimandata a casa», ha detto il sindaco Tomassone. «Uno si affida e si fida. Ed è questa la vera tragedia nella tragedia».

In attesa delle risposte definitive, Pietracatella resta in silenzio, stretta attorno a una famiglia spezzata e a un dolore che, sotto Natale, appare ancora più insopportabile.

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