9 gennaio 2020. Venti persone, tra cui 18 peacekeeper, sono rimaste ferite stamani in un attacco missilistico contro una base delle Nazioni Unite nella regione settentrionale di Kidal, nel Mali. A riportare la notizia, rilanciata dall’Ansa, la stessa Bbc, che cita un portavoce dell’Onu. Non c’è stata al momento alcuna rivendicazione: secondo le prime indiscrezioni i feriti gravi sarebbero almeno sei. Soltanto ieri l’inviato delle Nazioni Unite per la regione ha dichiarato al Consiglio di sicurezza che gli attacchi nel Sahel, da tempo teatro di sconti e sangue, sono aumentati di cinque volte dal 2016. Parliamo di oltre quattromila decessi registrati nel solo 2019 rispetto ai circa 770 di tre anni prima. Dati davvero allarmanti che destano preoccupazione.
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Mali attacco missilistico contro base Onu: almeno 20 feriti
Attacco missilistico contro la base Onu a Kidal, in Mali, dove sono di stanza forze statunitensi, francesi e maliane. Stando alle prime informazioni, ancora confuse, 20 sarebbero le persone rimaste ferite, di cui 18 peacekeeper (sei verserebbero in condizioni piuttosto gravi). Come saprete i caschi blu sono impegnati con le forze di pace della missione Minusma. Soltanto lo scorso 21 dicembre, nel tentativo di riportare la pace, i leader della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale hanno adottato un piano d’azione 2020-2024 proprio per sradicare il terrorismo, vera piaga della regione. È fermo al momento a 20 il bilancio dei feriti dell’attacco con razzi che ha colpito oggi una base utilizzata dai peacekeeper delle Nazioni Unite, ma si tratta di un dato provvisorio. Nel mirino una base militare a Tessalit, dove sono impegnati diversi caschi blu, come sottolineato dallo stesso portavoce di Minusma, Olivier Salgado.
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(Immagini di repertorio)